faceva freddo, fuori dal letto, ma sotto no, c'era un caldo abbastanza bello, e c'era una tazza col latte scaldato sulla stufa e anche dei biscotti. la mamma diceva adesso lavati che poi andiamo. ma lavarsi era una cosa che a lui non piaceva. non gli piaceva l'idea dell'acqua che scende sul suo corpo come una cosa fredda che poi va anche asciugata. lui stava nel bagno il tempo necessario per far scorrere l'acqua dal rubinetto e far sentire fuori che la stava usando, poi usciva. la madre controllava solo che lo spazzolino fosse un po' bagnato poi diceva andiamo. lui prendeva lo zaino e lo trascinava giù dalle scale e quando era arrivato giù la mamma gli diceva usciamo. non puoi andare a prendere la macchina? E' qua fuori lungo la strada. Ma non puoi portarla qui davanti? E' quasi qui davanti, diceva la mamma. Non è qui davanti, è parcheggiata laggiù. il tempo di arrivarci, diceva la mamma. allora lui si metteva lo zaino mezzo sulla spalla per non dover fare la fatica di scaricarlo, solo mezzo sulle spalle, per non doversi sforzare al momento di caricarlo dietro, e si incamminava sempre facendo un gesto con la testa, che era un no di disapprovazione, un no che voleva dire non si fa così. in macchina mentre la mamma guidava quasi sempre stavano zitti. qualche volta lei accendeva la radio per sentire altre parole di quelle che non parlavano anche a lui, e a lui non piaceva. la mamma sempre così, si fissava su cose, era distratta dalle parole. perché? e allora diceva non mi piace. e si allungava tutto e alla fine spegneva senza aspettare la risposta. stavano in silenzio oppure la mamma si metteva a cantare. quando lei si mette a cantare è la cosa peggiore perché ci sono di mezzo i sentimenti. mia madre quando ci sono di mezzo i sentimenti fa i casini, che sono gente che poi arriva a casa e fa casini ancora peggiori e quindi no. Niente canzoni. allora stavano zitti fino quasi a scuola. poi lui scendeva e alla fine diceva Ciao. e la mamma lo aiutava a mettersi lo zaino sulla spalla ma lui già stava vedendo certi di una classe più su che lo guardavano e pensava che quelli stavano pensando hai guarda quello che si fa aiutare dalla mamma che sfigato, allora dava uno strattone per dire, lascia, e lo zaino lo prendeva ma non se lo metteva in spalla, lo prendeva e basta e lo tirava solo per allontanarsi dalla macchina per dire Vai, ciao, con la faccia che è già in mezzo ad altre cose che lei non può neanche immaginare. allora lei chiudeva la portiera e metteva in moto. e se ne andava facendo un giro che la faceva passare per forza davanti all'entrata della scuola ma lui era già dentro perché era sparito, e certe mamme, lei vedeva, che stavano molto di più con gli altri figli, che li baciavano oppure parlavano e stava fino all'ultimo a dire cose che si erano detti da prima e i figli non erano strani, erano normali, e salutavano ma senza fretta e quando si guardavano in giro non erano come persone che si guardano in giro per vedere se si devono vergognare o no. erano normali. poi lei andava a casa.
QUI C'È DISORDINE. NON È UN'IMPRESSIONE. È PROPRIO COSì.
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giovedì 20 ottobre 2016
frammenti da una casa con le luci accese
si è alzato presto stamattina per andare a scuola. sua madre era da almeno un paio d'ore che stava sotto e prima accendeva la stufa e dopo ascoltava la radio. alla radio c'erano solo parole, una che parlava con la voce di una che parla la mattina presto. cosa dice? si era chiesto. ma poi neanche tanto.
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