sabato 29 marzo 2014

pace

oggi sono andata da mia nonna le ho portato delle roselline in un vaso e le ho detto scusa nonna, anche se era stata lei ad avermi insultata, poi lei ha detto che le rose sono molto belle, mi ha chiesto quelle sul rosmarino sono api o vespe, api, le ho detto. lei ha detto bene, impollinano. poi mi ha detto che alla zia per i cento anni aveva regalato una liseuse grigia di lana fatta a mano a maniche lunghe e mentre lo diceva faceva il gesto con le mani lungo le braccia per far capire le maniche fino a dove, e sempre con le mani ha fatto i volant e la misura del nastro di raso, nel modo che hanno tipico le sarte. e io ho pensato ho fatto bene a far la pace per prima a dire che avevo torto, anche se era stata lei, ad insultarmi. mi rifarò in futuro, se mai, con dei nipoti.

29|03 ever teen: un po' di emozione quotidiana


in una libreria



Piacere, io sono un personaggio del libro Smamma.

(Gi)

martedì 25 marzo 2014

allora, ho detto a Gi


allora, ho detto a Gi, se tanto dobbiamo morire in una guerra atomica, a sto punto possiamo anche ricominciare a fumare.

domenica 23 marzo 2014

sogno

sognato che mia mamma mi convinceva a iscrivermi a un corso di inglese scritto. arrivavamo in un bosco, c'era l'insegnante di inglese ( una sua amica ) che tirava un legnetto e diceva chi va a prenderlo? io andavo di corsa (per imparare l'inglese) e glielo riportavo. poi la lezione non cominciava mai, mia mamma parlava con l'insegnate di inglese delle nuove tecniche dentistiche, l'insegnante diceva che adesso i dentisti hanno delle tecniche molto innovative, mai trascurare i denti diceva l'insegnante di inglese a mia madre.
ma la lezione, chiedevo?
è questa la lezione, diceva l'insegnante.
riportare legnetti?
ho fatto anche delle fotocopie a colori, diceva l'insegnante, ultimamente mi piacciono molto le fotocopie a colori. sono più esplicative.

il famoso caffè catanese o il viaggio di presentazione di #smamma a catania2

Ieri abbiamo presentato #smamma allo zo di Catania. Ho letto alcune cose dal libro. Le persone sembravano contente di essere lì (anche perché in caso contrario avrebbero potuto andarsene in qualsiasi momento). C'era una bambina piccola vestita di bianco che ho guardato molto, perché era davvero bella. Di solito i bambini piccoli non sono mai così (belli), invece quella era proprio bella, mi sembrava, perciò la guardavo molto per bellezza, come si guarda per esempio un quadro o una nave ( a chi piacciono le navi). Dico che la presentazione mi pare sia andata bene anche perché mi hanno invitata a fare un'altra presentazione a Siracusa, in una libreria, prossimamente, se non fosse andata bene non credo che mi avrebbero invitata a fare un'altra presentazione, le persone non si danno mica le mazzate sui piedi. Quindi, anche per questo dico che la presentazione è andata bene. L'unica cosa che non mi piace è prendere il lattone volante per tornare indietro.
vado a prendermi un caffè famosissimo. il famoso caffè catanese.

p.s.
aggiungo anche le foto che attestano che sono stata davvero dove dico di essere stata.



diario viaggio di smamma a catania

allora, ieri ho preso l'aereo ed è andata bene. Poi siamo andati in volo a Catania con un gruppo di tifosi della juve che parlavano piemontese. A Catania ero molto entusiasta della città di mare che come ho già detto è molto mediterranea con un porto un mare e molte cose molto antiche e case e varie cose barocche che è una bellezza totale.
Mi hanno subito portata a fare una visita guidata del FAI al monastero dei Benedettini, e in ogni stanza del monastero c'erano dei bambini delle medie che ti spiegavano tutto.
Io questa cosa dei bambini che ti spiegano le cose d'arte la trovo bellissima.
penso che dovunque ci sia qualcosa di artistico ci dovrebbero essere dei bambini messi lì a spiegarti la storia dell'arte.
poi siamo andati un po' a casa e dopo a cena in un posto dove abbiamo mangiato del pesce fritto perfetto.
e del vino.
quindi sono contenta e tra poco vado a fare la presentazione.
tutto sarebbe bellissimo se domani non ci fosse quella piccola storia di riprendere l'aereo che è una cosa che mi mette sempre un po' di apprensione, per via dell'altitudine e della forza di gravità che non molla un attimo.
a parte ciò sono più o meno felice e mi appresto ad andare che si fa tardi.

sabato 22 marzo 2014

diario di viaggio di smamma

Oggi si va prima dalla Litti a radio dj, alle undici. Poi subito subito si corre a prendere la navetta per l'aeroporto e non si fa neanche il check in, si va dritti alla radiografia dei bagagli e poi si va ad aspettare con preoccupazione che sia il momento di salire sull'aereo. salendo si dà una controllatina alle ali, che siano a posto, entrando si dà una controllatina a sinistra al guidatore dell'aereo, che sia una persona per bene, poi si va a ficcare il bagaglio a mano nell'apposito spazio. ci si aggrappa a parole come apposito, per stare tranquilli. Poi si seguano con attenzione le istruzioni delle hostess sull'emergenza e ammaraggio.
I catanesi hanno detto Non stare pensare all'aereo, pensa alla cena. E quello è il segreto.

venerdì 21 marzo 2014

ragioni educative


Dio quanto vorrei essere buona, Quanto vorrei dire guarda cosa c'è qui questa sorpresa, è per te. Ma mi devo trattenere. Ragioni educative. 



(fuori da Smamma)

pensavo

pensavo alle campagne per la nostra salute
che fumare fa venire il cancro
che usare il cellulare fa venire il cancro
mangiare carne fa venire il cancro
preoccuparsi per il cancro fa venire il cancro
non avere lavoro fa venire il cancro perché fa preoccupare
e preoccuparsi fa venire il cancro
bere alcolici fa venire il cancro (al fegato)
restaurare fa venire il cancro (ai polmoni)
respirare in città anche
camminare poco fa venire il cancro cioè, per meglio dire,
non lo previene
camminare troppo, se non abituati
fa schiantare le coronarie
amare le persone sbagliate (etilisti, fumatori, depressi)
fa venire il cancro perché deprime e la depressione fa venire il cancro
le creme sbagliate fanno venire il cancro
gli shampoo sbagliati  fanno venire il cancro
i deodoranti quasi tutti sono cancerogeni
persino le mammografie che dovrebbero prevenire il cancro
alla lunga
fanno venire il cancro
non avere amici non aiuta a non far venire il cancro
averne non aiuta a non far venire il cancro
dio è inodore, insapore, non si sa cosa possa nascondere
il mare inquinato (praticamente tutto ) è altamente cancerogeno
il pesce lasciamo stare
il sole è notoriamente causa di tumori alla pelle
agli occhi,
persino alla bocca,
la terra produce verdure cancerogene, non è colpa sua,
sono i concimi chiimici
quindi la verdura, che di suo dovrebbe essere una prevenzione
anche lei, sotto mentite spoglie,
fa venire il cancro,
avere il cancro, ci dicono è una scelta,
se ce l'hai è perché da qualche parte, in qualche momento
hai commesso un errore, te la sei spassata al telefono
con una sigaretta tra le dita,
non hai fatto abbastanza ginnastica
hai ingerito troppo zucchero filato,
hai dimenticato che non siamo qui per divertirci,
ma per contrirci
pentirci
espiare.

pensierino

A cosa stai pensando?
Che mi batte il cuore.

non vorrei che il mio cuore si fermasse.
Non si sa mai coi cuori,
mi spiacerebbe.

Gi e le proteste di Gi



Gi ha detto che sua madre gli ha detto Tu giochi troppo a ruzzle, ecco perché nel libro sei sempre lì che a ruzzle. E Gi le ha risposto Io gioco a ruzzle per non tradire il libro. Poi però mi ha telefonato e mi ha detto Tutti di me si ricordano solo che gioco a ruzzle, non mi hai valorizzato.



mercoledì 19 marzo 2014

2 diario di viaggio per #smamma

ieri  alla Rai, prima mi avevano detto che non importava che mi truccassi, che potevo andare come volevo, poi mi hanno detto Magari un saltino in sala trucco la facciamo. In sala trucco c'erano due truccatrici sul biondo, già di loro molto truccate, una ha cominciato a spalmarmi la faccia, che più spalmava più mi sembravo vecchia e con le rughe, pensavo Sembra che mi stia truccando da vecchia, ma non mi sembrava bello dirglielo, allora sorridevo e facevo capire che andava benone, Fammi pure quello che vuoi, dicevo col mio sorriso, tanto la trasmissione non va neanche in Francia, solo in Nuova Zelanda, in Argentina, in posti lontani dove possono pensare quanto vogliono che sia una sessantenne, mentre spalmava la mia truccatrice diceva all'altra truccatrice Mia figlia l'ho lasciata sola a casa, tanto è bravissima, si fa da mangiare da sola e studia tutto il tempo, invece l'altra, la più grande, diceva, non era come questa, mi faceva impazzire di brutto, non mi lasciava dormire. Però, diceva, quella cattiva non mi ha mai fatto preoccupare, perché anche se si trovasse in mezzo alle bombe in una guerra, ne uscirebbe liscia e tranquilla. perché ha un carattere di quelli che sopravvivono a tutto. I figli sono tutti diversi, non sono mai uno uguale all'altro, uno è in un modo, l'altro tutto in un altro modo, non ci si può credere.
Dopo avermi tutta truccata, mi ha guardata e mi ha detto Va bene? Io ho detto Si, pensando Tanto. e lei ha detto Le ho fatto un trucco molto leggero. E secondo me dentro pensava anche lei Tanto.
Ho preso l'ascensore, mi sono guardata allo specchio dell'ascensore e per un attimo mi veniva quasi da piangere, ma poi, guardandomi allo specchio del bagno prima di entrare in trasmissione, vuoi per la dolcezza delle luci del bagno rispetto a quelle dell'ascensore, vuoi perché ormai mi ero abituata ai sessant'anni, ho pensato Come sessantenne sei uno schianto.
Sono andata a registrare la trasmissione con un microfono infilato dentro la maglietta, cercando di sembrare abituata al trucco (anche se il rossetto me l'ero tolta con la mano, all'ultimo momento prima di entrare).
Ecco. Roma poi era bella, tutta piena di rovine romane dappertutto. E' bellissima Roma, con tutte queste rovine romane. Mino sta studiando Diocleziano, Nerone, Caligola e Vespasiano. Volevo telefonargli per dirgli che stavo proprio vedendo le loro pietre. Volevo telefonargli per dirgli Sono qui proprio davanti al Colosseo, ma poi cosa gli dicevo? A Roma c'è il Colosseo? Che telefonata era?
Poi sono andata a comprare una bottiglia di vino piemontese da portare ai miei amici e abbiamo mangiato insieme un polipo buonissimo e abbiamo parlato della giraffa Marius e del fatto che gli animali allo stato libero vivono due tre anni, invece quelli in cattività vivono anche trenta. Però in cattività.

martedì 18 marzo 2014

1diario di viaggio per #smamma

Sul treno per Roma, che era uno di quelli veloci che di solito non prendo, si è seduto davanti a me uno che,  si è subito capito, era un famoso della televisione, e questo lo si capiva dal fatto che arrivavano e continuavano ad arrivare dei vecchietti più o meno giovani di un gruppo vacanze romane, si avvicinavano a sorridergli, a fargli capire che l'avevano riconosciuto al primo colpo, a stringergli la mano e a fare delle foto abbraccianti con lui, come se si conoscessero biunivocamente. L'unica che non sapeva chi fosse questo signore molto famoso ero io, perché non avendo la televisione ero rimasta tagliata fuori dalla sua grande fama, ma non volevo dirgli Scusi, qui tutti la conoscono a parte me, chi è lei? Non volevo che sembrasse snob o indelicato e non volevo che ci potesse rimanesse male, perché le persone famose della televisione non hanno piacere di incontrare persone che non sanno chi sono o che non hanno la televisione. Allora ho fatto finta di conoscerlo anch'io, anche se un po' meno degli altri, nel senso che lo guardavo con rispetto, e cercavo di essere un po' ammirata anche se non sapevo di cosa. un attore? un presentatore? mah.
Poi appena si è alzato un attimo ho fatto cenno a una ragazza bellissima, un'attrice che andava a Roma per fare un provino e le ho chiesto Chi é?
E lei mi ha detto Uno famoso. Ah, ecco, ho detto Mi pareva.
Poi ho preso un taxi e sono andata a Radio città futura a fare un'intervista con un'intervistatrice molto simpatica e intelligente. Ero contenta e ho preso un altro taxi e sono andata alla Feltrinelli di Largo Argentina a vedere A  il mio libro l'avevano messo vicino a chi? B se c'era un libro di Barnes che mi hanno consigliato.
Poi ho preso questo libro anche se constava troppo e sarebbe stato meglio aspettare, ma non volevo aspettare, ci ho girato un po' intorno, alla fine ero divisa, una parte di me diceva Aspetta, l'altra diceva E se domani ti viene un ictus o esci e vai sotto una macchina? alla fine ha vinto la seconda e l'ho comprato.
Poi ho preso un altro taxi e sono andata alla rai, dove mi hanno detto E' molto presto si sieda qua.
nella stanzetta dell'attesa ci ho incontrato una ragazza con un signore, che promuovono i loro prodotti tipici del trentino, a chilometro zero, stelle alpine in forma di bouquet da sposa e creme e lavanda e marmellate di lavanda. Cercano a quanto ho capito di promuovere questi promuovere questi prodotti su Rai international, che è la televisione degli italiani all'estero o di quelli che sono all'estero e sono incuriositi della cultura italiana o sentir parlare in italiano (non so). Quindi io con Smamma starò insieme alle stelle alpine, mi sa.
e per ora è tutto.

raccomandazioni

Dove vai?
Faccio un'intervista alla radio
Mi raccomando, vedi di non dire le tue solite cose.
Che cose?
Che odi i ricchi.

(Mino)

lunedì 17 marzo 2014

cena


Adesso io abolirei la cena. Proporrei di mangiare anche tanto, ma una sola volta, nel pomeriggio, due volte alla settimana in piatti di plastica.

Smamma un' intervista unplugged.


D Secondo lei gli adolescenti sono buoni o cattivi?

R Dipende.

D Da cosa?

R Dai giorni.

D Se lei tornasse indietro, con la consapevolezza del poi, farebbe ancora dei figli che poi diventano adolescenti?
R In effetti no. Ne farei magari di più, con maggiore frequenza, ma li manterrei solo fino agli undici dodici anni, poi li abbandonerei lungo l'autostrada.

D E' favorevole al dialogo figli genitori?

R No.

D Pensa che la generazione degli adolescenti di oggi risenta della potente diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, dell'uso indiscriminato di strumenti di comunicazione a distanza, del web, dei social network, dei giochi in rete e del condizionamento mediatico 

R Non ho capito la domanda

D Non l'ho finita, infatti. Dicevo del condizionamento mediatico, questi ragazzi che si istigano a vicenda dal web a mangiare il maggior numero possibile di bottigliette di plastica o scatolette di tonno senza estrarlo dalla latta o succhiare tubetti di lucido da scarpe di vari colori uno dietro l'altro.

R Sì. 

D. Sì cosa?

R Penso che ne risenta.

D Di cosa?

R Quello che ha detto prima lei.

D Come si relaziona al libro di Michele Serra, che tratta più o meno gli stessi argomenti del suo ed è stato pubblicato qualche mese prima del suo dando a tutti (anche se non se ne parla esplicitamente) l'idea che lei lo abbia copiato ?

R In effetti, anche'io quando è uscito il libro di Michele Serra ho pensato che molti avrebbero pensato che dato che era uscito prima del mio era probabile che il mio fosse copiato dal suo. Però poi mi è venuta in mente quella storia che si dice a propsito dei gemelli, che il più giovane è quello che nasce per primo, eh eh.

D Vuole dire qualcosa, a chi non ha ancora letto il suo libro, per invogliarli a comprarlo..

R Se volete leggerlo subito compratelo o aspettate che qualcuno ve lo regali o ve lo presti dopo averlo letto o

D Cosa ne pensa del pirataggio delle opere di concetto tutelate dal diritto d'autore.

R Dipende se sono l'autore o il pirata.

D Qualche curiosità sull’autrice: Lei preferisce la nutella o le creme di nocciola?

R Ci sono le creme di nocciola alte e le creme di nocciola basse. Le creme di nocciola alte sono confezionate in barattoli di vetro spesso piccoli e bombati e lasciano intendere di essere artigianali, genuine, qualcosa di qualitativamente superiore alla cugina pop. Le creme alla nocciola basse, invece, sono anche loro in barattolo, ma barattoli dozzinali, con bordi dritti, e recano sull’etichetta nomi patetici come nocciolella, cioccolella, nutolla eccetera. Non mi pare che ci sia poi tutta questa differenza tra le creme di nocciola alte quelle basse e la nutella. Se la giocano più o meno tutte alla stessa stregua, tranne quelle molto artigianali alte e quelle molto dozzinali basse, che tendono ad avere un cattivo sapore.

D Cosa augura alle generazioni future?


R Niente. 





sabato 15 marzo 2014

basso consumo

adesso viene fuori che le lampadine a basso consumo fanno male. 
non solo le lampadine a incandescenza erano più belle
erano anche innocue.
e adesso ci dobbiamo tenere queste bombone radioattive bruttissime che sembrano dei neon che si vergognano del proprio tubo.
( io quando guardavo la lampadina dopo chiudevo gli occhi e vedevo il filamento luminoso per un quarto d'ora. era anche un'esperienza mistica)

giovedì 13 marzo 2014

domande e risposte

Mi compri una maglietta?
No.
Perché? Anzi lo so già il perché. Sei barbona.

(Mino)

martedì 11 marzo 2014

lunedì 10 marzo 2014

Come minimo


Presto cominciano le presentazioni dal vivo di #smamma. 
Come minimo mi ci va un vestitino.
Poi ci va il discorso introduttivo con premessa.
La premessa ci va.
Una premessa tipo Come avrete notato, per l'occasione, mi son messa questo vestitino d'eccezione.




domenica 9 marzo 2014

ci vuole poco

La domenica si vede che tutti si fanno la doccia molto presto e si vestono molto bene con cappottini e altro e se ne vanno in chiesa. Poi quando tornano passano di qua, a farsi vedere dalla finestra, come dire Visto come si fa? Ci vuole poco. 

venerdì 7 marzo 2014

per la maggior parte del tempo


Noi in casa parliamo per la maggior parte del tempo di cibo (ne vuoi? ce n'è? ricordati che sta per finire cazzo è finito se non puzza si può ancora mangiare) di voti di scuola (ancora due? l'avevi già visto non ti ricordi? No. Allora è un problema tuo) di soldi che non ci sono di stare attenti con le luci (se non sei in bagno spegni eccetera) di stare attenti col riscaldamento ( ho freddo. Mettiti un golf. Ce l'ho già. Mettine un altro) di quando torni di quando torni di dove vai di dai da mangiare ai pesci, ti ricordi di dar da mangiare ai pesci? guarda che è importante, Me l'hai detto tre volte. Perché ho paura che ti dimentichi. Non sono mica deficiente. 

Intervista di Francesco Musolino

Il lieto fine? È la fine dell’adolescenza. Valentina Diana racconta il suo romanzo d’esordio, “Smamma”.

 
 
 
 
 
 
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In questa stagione editoriale è il rapporto padri-figli a farla da padrona. Basti pensare ai romanzi di Valerio Magrelli (“Geologia di un padre, Einaudi”), Antonio Scurati (“Ilpadre infedele”, Bompiani), Antonio Pascale (“Le attenuanti sentimentali”, Einaudi), la raccolta di racconti a tema, “Scena Padre” (ancora Einaudi) e ovviamente “Gli sdraiati” di Michele Serra(Feltrinelli) per settimane in cima alla classifica vendite, spodestando e distaccando tutti con merito, già in corsa verso lo Strega. Una serie di romanzi che hanno affrontato il tema fra il serio e il faceto, fra lacrime e sorrisi, fra tradimenti e risarcimenti eppure mancava una voce femminile capace di far da contraltare soprattutto agli sdraiati di Serra, rendendo il rapporto figlio-mamma in una accezione moderna. Del resto gli italiani sono spesso tacciati – a torto o a ragione – di essere bamboccioni e mammoni, no? Valentina Diana, attrice e drammaturga torinese classe ’68, conSmamma (Einaudi, pp.240 €17) firma il suo divertente romanzo d’esordio portando in pagina un figlio adolescente, Mino, irritante e sfrontato e un compagno, Gi, appassionato di Ruzzle e incline al commento filosofico. Dialoghi serrati, un ritmo tambureggiante e la grande attenzione alla musicalità del testo fanno di “Smamma” un romanzo pungente e acuto senza la speranza di un lieto fine salvifico…
Quanto c’è di autobiografico in quello che racconta?
«Non riesco a concepire la scrittura intorno a qualcosa di cui non ho esperienza. Non sto dicendo che non si possa fare, dico solo che io non ne sono capace. Credo che la scelta di parlare di un rapporto madre-figlio sia dovuto al fatto che è un rapporto che conosco, che posso dire di aver vissuto. All’interno di questo dato di realtà c’è, innestato, tutto un aspetto che pertiene al mio mondo interiore, al mio modo di affrontare un senso d’inadeguatezza alla vita, una specie di disperazione, che avrei potuto collocare anche in una storia di ferrovieri, se avessi mai guidato un treno».
Quest’anno narrativo è ricco di libri sul rapporto genitori-figli, da Serra a Scurati è un lungo elenco. Il suo Mino è un alieno che hanno dimenticato di riprendere e per questo non vi capivate, uno sdraiato o uno dei tanti adolescenti di oggi programmati per far impazzire le madri?
«Questo Mino è un oggetto d’amore, ma, per sua natura, perennemente fuori fuoco, sempre troppo vicino o troppo lontano dall’occhio materno che lo osserva, lo cerca, ma non lo cattura. E’ una parte del sé che si separa (come tutti i figli), incarna allo stesso tempo il dolore di una separazione (necessaria) e il fastidio intollerabile(ma salutare) del conflitto che si genera quando due persone non sono la stessa persona. In questo libro cito la Natura. La Natura è davveromatrigna».
Valentina Diana
Valentina Diana
Sarà vero come dice Gi, che i figli devono amare la madre per forza?
«I figli devono amare la madre. Sì. E’ conveniente che sia così, bisogna fare il possibile perché sia così, perché sia loro possibile farlo. Non è facile».
Leggendola il ritmo del teatro è forte in ogni pagina. Alcune volte usa il discorso diretto, altre l’indiretto e altre ancora gli incisi in corsivo. Come Flaubert ha letto il testo ad alta voce, l’ha recitato, per sentire come suonava?
«Grazie per l’accostamento lusinghevole. In generale non leggo a voce alta mentre scrivo. Anzi, devo fare molto silenzio per non disturbare, io sono uno spettatore, il teatro è dentro. Una volta scritto leggo a voce alta, a qualche amico, ma soprattutto per ragioni di ritmo, per controllare che l’andamento ritmico interiore sia stato rispettato. Per questo uso la punteggiatura in modo poco ortodosso, un po’ burino, questo mi viene molto dal teatro, perché ragiono principalmente per pause organiche, di respiro o, a volte, di tensione relazionale o interiore».
Smamma è un libro catartico?
«No. È un libro messianico».
E infine una constatazione per tutti i genitori. Il lieto fine, come dice Gi, è la fine dell’adolescenza?
«Mi viene da dire che il lieto fine è una linea d’orizzonte. La nostra vita è piena di lieti fini che non vediamo neanche più, perché la nostra vita e la nostra mente si sono nel frattempo impegnati, impelagati, in altro mare, mosso».
Francesco Musolino®

successone


Da quando è uscito Smamma mia madre non mi parla più mio figlio non mi parla più mio marito è perplesso. Mia nonna non mi parlava da un anno, continua a non parlarmi. Mio fratello non l'ha ancora letto, viene a pranzo domenica.

mercoledì 5 marzo 2014

identità di genere



Ma Smamma è un libro autobiografico?


No. E' un libro fantascientifico.

oggi



oggi per strada ho incontrato una ragazza che mi ha salutata,
l'ho salutata.
era una bidella anche lei precaria che ho conosciuto a scuola l'altro giorno,
mi ha detto come stai?
le ho detto bene,
mi ha detto mi hanno chiamato all'altra scuola. a me non ancora, le ho detto.
vedrai che poi ti chiamano anche a te, mi ha detto.
speriamo, le ho detto.
poi mentre me ne andavo dall'altra parte ho pensato anch'io speriamo va, speriamo.

martedì 4 marzo 2014

vuoi?


Vuoi una bistecca, per pranzo? 
No. 
Vuoi una cotoletta che al massimo senza manco scaldarla ti ci fai un panino? 
No. 
Vuoi una bella pastasciutta coi pomodorini che basta che la fai saltare un attimo? 
Noo. 
Vuoi la minestra di cavolo nero con le patate? 
No, c'ha l'aglio. 
Vuoi un risotto che te lo lascio un po' crudo che te lo scaldi gli aggiungi del brodo e del formaggio? 
Non mi va, il riso.
Due hamburger? 
Mi fanno schifo gli hamburger. 
Da quando?
Da sempre. 
Quindi? 

Quindi cosa, sei tu mia madre. 

un bellissimo bottino



Ieri a scuola una bambina mi si è avvicinata e mi ha chiesto Tu chi sei? Le ho detto Sono la bidella senza grembiule. Perché non ce l'hai? Perché mi hanno detto che non ce n'erano più. Ti va di vedere i miei minipony? mi ha chiesto. Io ho detto Sì, che mi andava. 
E' sparita dentro una classe ed è tornata poco dopo con uovo di legno smaltato tra le mani, l'ha posato sul tavolino, mi ha guardata, abbiamo aperto l'uovo. 
Lì dentro c'erano tre bellissimi minipony pelosi violetti e rosa e due imitazioni di minipony senza peli di colore più sbiadito. Lei li ha rovesciati sul piano del tavolo perché si potessero vedere meglio. 
Beeelli, ho pensato.
Li abbiamo contemplati un po' spostandoli con le dita facendo piano. 
La bambina mi ha detto che uno di quelli pelosi gliel'aveva regalato lei  (una sua amica che all'improvviso era lì con noi ), uno gliel'aveva regalato su cugino e quello giallo l'aveva preso (rubato?) suo fratello dal dottore. Quando è finito l'intervallo è suonata la campanella e abbiamo dovuto rimettere i minipony nell'uovo, Purtroppo, mi ha detto la bambina con un sospiro manuale, adesso si deve andare.

sabato 1 marzo 2014

un tipo di supereroe

Ieri finito il lavoro a scuola siamo andati a cena da P e P e si è parlato dell'uomo con due peni. Non che fosse un argomento di conversazione scelto, è venuto fuori e basta. Però ci interessava, pare che abbia aperto un suo blog o qualcosa del genere in cui la gente può porgli le proprie salienti domande circa la sua doppia penità. Cose del tipo Ma funzionano entrambi o uno è solo di bellezza e altre stranezze misteriose. Di notte poi mi è tornato in sogno, l'uomo con due peni, e ho cominciato a figurarmi delle storielle su di lui, come fosse un personaggio appena accennato, di un libro per bambini. Gli succedono delle piccole sventure, ma alla fine ne esce vittorioso. Un tipo di supereroe, una specie. Me lo vedevo come una specie di omino col cappotto e le scarpe grandi, molto affabile e ingenuo, che se ne va in giro così, un po' fischiettando, e gli succedono cose, piccole avventure e sventure dalle quali poi esce sempre più o meno illeso.

Questo omino mi rincuora, perché non è per niente volgare, solo strano. E solo.  

nicchia

A te ti piacerebbe che il tuo libro fosse un po’ di nicchia, un po’ del tipo concettuale spirituale di quelli che piacciono agli amici tuoi, che ve la menate col cinema ungherese sottotitolato, invece alla fine è più come Nikorbi, ti ricordi Nikorbi? Che quando te l’ho regalato hai detto Non so e poi Sì sì, ma poi alla fine non l’hai letto, beh, manco tu sei di nicchia.

(Gi)

Lamarque per Corriere della Sera Milano 01|03|2014


GENTILMENTE
vivian lamarque



Siete  genitori di un figlio con adolescenza in corso? La nostra solidarietà e  una bella notizia:  oltre a “Gli sdraiati” di Michele Serra, un nuovo titolo è giunto in vostro pronto soccorso, “Smamma” di Valentina Diana (Einaudi, I Coralli). Riderete molto e molto seriamente, non per niente le precedenti opere dell’autrice sono di drammaturgia. La fascetta recita “esercizi di autodifesa per genitori imperfetti di adolescenti impossibili”, ma non è un manuale, non si galleggia, si va a fondo, si incontrano pescecani,  se ne riemerge scarnificati-sorridenti, un po’ obliqui, traballanti, bevuti come lo strepitoso belga Stromae quando canta “Formidable”, eppure anche un filino più saggi. La quasi guerra   madre-figlio sedicenne come tutte le guerre si estende a macchia d’olio, coinvolge  i confinanti, madri di madri, padri di madri, madri perfette altrui,   mariti  secondi con prole,  prof in aula ricevimento, ecc. Campi di battaglia il tavolo da pranzo, gli spigoli dei corridoi, la filospinata stanza del figlio, ogni tanto si  calpesta una bomba. Tra i protagonisti le finestre delle irraggiungibili altrui famiglie perfette e   una torta  in busta buitoni. P.S. E se la  lettura soccorresse anche lui,  il figlio?