martedì 19 agosto 2014

inni varii

Inno agli asini

Oh asini col vostro naso morbido e le vostre orecchie morbide dietro che le muovete un po' anche in tondo quando sentite qualcosa. Che bello sempre baciarvi il naso felpato. A tradimento.



Inno al gettone telefonico

Tu, gettone telefonico, che mio figlio se gli dico gettone telefonico chissà cosa pensa. Come mia nonna che dice la STIPEL.




Inno alla calze di lana che pungono

Oh calze, calze di lana che pungete è fate prudere i polpacci. Mi fate orrore al solo pensarvi. Però mi fate anche tenerezza. Perché non esistete più.



Inno alle caramelle mou col tabacco sopra

Voi caramelle mou che stavate nelle tasche di mio bisnonno guido bigliettaio dei tram, che vi teneva in tasca con le nazionali senza filtro. Eravate tutte sporche di tabacco. Ma buone.




Inno alle forbici

Voi forbici senza le punte arrotondate siete le migliori, le più tragiche, le più armate.



Inno a una mucca

Oh mucca che non ci sei. Una volta ti ho vista che giravi gli occhi in tondo ed eri molto tranquilla sdraiata che mi davi pace. Ho pensato La mucca mi piace.




Inno al trattore

A me il trattore è sempre piaciuto. Sempre nel cuore ho serbato un trattore. Oh trattore, quale meraviglia sei, con il tuo rumore nei campi che mi spiace quasi da tanto che sei bello e superbo nel tuo trattorarti in su e in giù. Rosso, per lo più.



Inno alla gru e alla pala meccanica.

La pala meccanica mi piace abbastanza.

Ma c'è la gru, che mi piace di più .

mercoledì 13 agosto 2014

13 agosto


stavamo così bene là perché si parlava solo la sera (tanto), la mattina solo per lo più il caffè e fumare quasi sempre zitti e anche scrivere o leggere delle cose o anche niente.
nel bosco si sono visti un porcino (vecchio) e dei funghi rossini che però o erano buonissimi o molto cattivi, ma troppo piccoli, A. ne prendeva un piccolo pezzo lo metteva in bocca, lo sputava molte volte e sentenziava Sui funghi non si è mai abbastanza sicuri, li accarezzava sulla testa lasciandoli stare lì per un rispetto che hanno i conoscitori, delle spore, della vita.
si è incontrata una vipera ma si è poi rivelata una biscia (buona), che stava ferma a guardare noi, di un fermo che ci restavi nel guardarla nel suo fermarsi così tanto e così bene.
io stavo molto tranquilla anche perché con questi tre , il loro vedersela tra loro e il loro essere meno facinorosi, mi trovavo bene.
quando piove piove, quando fa il sole fa il sole, insomma una grande placidità che poteva durare.

più di tutto mi piace quando sei in un posto e non vuoi essere da un’altra parte, ma proprio nel posto.

che è come giocare a freccette e fare centro.

venerdì 8 agosto 2014

otto agosto



Mettiti lì, poniti nella condizione di vivere quello che ti serve vivere, nel punto preciso in cui ti serve arrivare, per non essere altrove, quando avrai le parole.

domenica 3 agosto 2014

3 agosto.2



Io non ho tante fisse. Solo quella del caffè in freezer e controllare che vada tutto bene alle ali durante il volo.

il 3 agosto


Qui hanno detto che c'è uno del paese che sua madre gli è morta quando era piccolo e suo padre qualche anno dopo stava morendo di cancro e gli dispiaceva di lasciare il figlio solo, perché pensava Senza di me come farà povero figlio mio, non se la saprà mai cavare. allora un giorno con grande fatica si è alzato dal letto, il padre, e ha detto al figlio Vieni un attimo qua, e con la doppietta gli ha sparato. Il figlio però, appena sulla soglia nell'atto di entrare, vuoi per naturale prontezza di riflessi, vuoi perché in quel momento lì era particolarmente sul chivalà, gli ha chiuso la porta di scatto, salvandosi la pelle. poi il padre, un po' contento di aver compiuto la sua missione, un po' dispiaciuto di averla compiuta, si è ficcato la canna in bocca e si è sparato.
il figlio dopo, mi hanno detto, non era vero che non se la sapeva cavare, se l'è cavata. ha poi fatto l'orto, ha messo su una cosa per vivere. magari l'avrai anche visto in paese, un tipo un po' schivo, un po' nervoso, uno che non parla molto, di carattere.

venerdì 1 agosto 2014

1 agosto

prima, quando ero vicino alla madia, ho sentito come un odore come di merda, però non trovando niente in giro, non ci ho fatto caso, mi son detta sarà un'impressione, perché a volte succede che uno si fissa che sente odore di merda ma è più l'inconscio, poi ho aperto il frigorifero e c'era il pollo che puzzava un po' di merda, mi era sembrato, allora ho pensato, sarà il pollo. però poi ho guardato e il pollo scadeva il due agosto quindi ho pensato, non può essere certo il pollo, a fare quest'odore di merda, perché c'è scritto che scade domani, allora poi, girandomi, ho visto che sul pavimento c'era effettivamente della merda, non tanta, mischiata a dell'erba, sarà che ho pestato della merda in giardino mentre rastrellavo i rovi, mi son detta, dev'essere quello, infatti era proprio della merda che dovevo aver pestato mentre rastrellavo, l'ho fatta su in un fazzolettino di carta e l'ho buttata.
però poi, dopo, mentre mi cucinavo il pollo, le fettine, sentivo sempre quell'odore, come di merda, e mi dicevo, non fare l'isterica adesso, non fare quelle che sentono odore di merda dove non c'è che ce l'hanno nel cervello, e mi dicevo, c'è scritto che scade il due, quindi non è proprio possibile, e intanto dopo averlo cucinato me lo mangiavo, sempre con questo vago sentore di merda però un po' affievolito dal sale e dagli odori, ma anche un po' in bocca mentre lo masticavo. e così mi sono detta, almeno ce lo siamo levati di torno, questo pollo, che così domani nel frigo non ce lo troviamo più.