domenica 9 novembre 2014

9 novembre duemilaquattordici


I cantanti si cantano solo tra cantanti gli attori si parlano solo tra attori, i veneziani non vedono di buon occhio i non veneziani, le mie storie me le dico da sola, Cammina, mi dico: c'è l'acqua alta, guarda. Hanno detto che è salata ma non l'hanno giurato. Non so se ci credo. Vorrei assaggiarla. Di questi tempi è tutta una burla, la tua vita scombinata. Oggi era il compleanno di un poeta e tu, mi dico, sei sempre, nel tuo sistema, al posto sbagliato.

martedì 19 agosto 2014

inni varii

Inno agli asini

Oh asini col vostro naso morbido e le vostre orecchie morbide dietro che le muovete un po' anche in tondo quando sentite qualcosa. Che bello sempre baciarvi il naso felpato. A tradimento.



Inno al gettone telefonico

Tu, gettone telefonico, che mio figlio se gli dico gettone telefonico chissà cosa pensa. Come mia nonna che dice la STIPEL.




Inno alla calze di lana che pungono

Oh calze, calze di lana che pungete è fate prudere i polpacci. Mi fate orrore al solo pensarvi. Però mi fate anche tenerezza. Perché non esistete più.



Inno alle caramelle mou col tabacco sopra

Voi caramelle mou che stavate nelle tasche di mio bisnonno guido bigliettaio dei tram, che vi teneva in tasca con le nazionali senza filtro. Eravate tutte sporche di tabacco. Ma buone.




Inno alle forbici

Voi forbici senza le punte arrotondate siete le migliori, le più tragiche, le più armate.



Inno a una mucca

Oh mucca che non ci sei. Una volta ti ho vista che giravi gli occhi in tondo ed eri molto tranquilla sdraiata che mi davi pace. Ho pensato La mucca mi piace.




Inno al trattore

A me il trattore è sempre piaciuto. Sempre nel cuore ho serbato un trattore. Oh trattore, quale meraviglia sei, con il tuo rumore nei campi che mi spiace quasi da tanto che sei bello e superbo nel tuo trattorarti in su e in giù. Rosso, per lo più.



Inno alla gru e alla pala meccanica.

La pala meccanica mi piace abbastanza.

Ma c'è la gru, che mi piace di più .

mercoledì 13 agosto 2014

13 agosto


stavamo così bene là perché si parlava solo la sera (tanto), la mattina solo per lo più il caffè e fumare quasi sempre zitti e anche scrivere o leggere delle cose o anche niente.
nel bosco si sono visti un porcino (vecchio) e dei funghi rossini che però o erano buonissimi o molto cattivi, ma troppo piccoli, A. ne prendeva un piccolo pezzo lo metteva in bocca, lo sputava molte volte e sentenziava Sui funghi non si è mai abbastanza sicuri, li accarezzava sulla testa lasciandoli stare lì per un rispetto che hanno i conoscitori, delle spore, della vita.
si è incontrata una vipera ma si è poi rivelata una biscia (buona), che stava ferma a guardare noi, di un fermo che ci restavi nel guardarla nel suo fermarsi così tanto e così bene.
io stavo molto tranquilla anche perché con questi tre , il loro vedersela tra loro e il loro essere meno facinorosi, mi trovavo bene.
quando piove piove, quando fa il sole fa il sole, insomma una grande placidità che poteva durare.

più di tutto mi piace quando sei in un posto e non vuoi essere da un’altra parte, ma proprio nel posto.

che è come giocare a freccette e fare centro.

venerdì 8 agosto 2014

otto agosto



Mettiti lì, poniti nella condizione di vivere quello che ti serve vivere, nel punto preciso in cui ti serve arrivare, per non essere altrove, quando avrai le parole.

domenica 3 agosto 2014

3 agosto.2



Io non ho tante fisse. Solo quella del caffè in freezer e controllare che vada tutto bene alle ali durante il volo.

il 3 agosto


Qui hanno detto che c'è uno del paese che sua madre gli è morta quando era piccolo e suo padre qualche anno dopo stava morendo di cancro e gli dispiaceva di lasciare il figlio solo, perché pensava Senza di me come farà povero figlio mio, non se la saprà mai cavare. allora un giorno con grande fatica si è alzato dal letto, il padre, e ha detto al figlio Vieni un attimo qua, e con la doppietta gli ha sparato. Il figlio però, appena sulla soglia nell'atto di entrare, vuoi per naturale prontezza di riflessi, vuoi perché in quel momento lì era particolarmente sul chivalà, gli ha chiuso la porta di scatto, salvandosi la pelle. poi il padre, un po' contento di aver compiuto la sua missione, un po' dispiaciuto di averla compiuta, si è ficcato la canna in bocca e si è sparato.
il figlio dopo, mi hanno detto, non era vero che non se la sapeva cavare, se l'è cavata. ha poi fatto l'orto, ha messo su una cosa per vivere. magari l'avrai anche visto in paese, un tipo un po' schivo, un po' nervoso, uno che non parla molto, di carattere.

venerdì 1 agosto 2014

1 agosto

prima, quando ero vicino alla madia, ho sentito come un odore come di merda, però non trovando niente in giro, non ci ho fatto caso, mi son detta sarà un'impressione, perché a volte succede che uno si fissa che sente odore di merda ma è più l'inconscio, poi ho aperto il frigorifero e c'era il pollo che puzzava un po' di merda, mi era sembrato, allora ho pensato, sarà il pollo. però poi ho guardato e il pollo scadeva il due agosto quindi ho pensato, non può essere certo il pollo, a fare quest'odore di merda, perché c'è scritto che scade domani, allora poi, girandomi, ho visto che sul pavimento c'era effettivamente della merda, non tanta, mischiata a dell'erba, sarà che ho pestato della merda in giardino mentre rastrellavo i rovi, mi son detta, dev'essere quello, infatti era proprio della merda che dovevo aver pestato mentre rastrellavo, l'ho fatta su in un fazzolettino di carta e l'ho buttata.
però poi, dopo, mentre mi cucinavo il pollo, le fettine, sentivo sempre quell'odore, come di merda, e mi dicevo, non fare l'isterica adesso, non fare quelle che sentono odore di merda dove non c'è che ce l'hanno nel cervello, e mi dicevo, c'è scritto che scade il due, quindi non è proprio possibile, e intanto dopo averlo cucinato me lo mangiavo, sempre con questo vago sentore di merda però un po' affievolito dal sale e dagli odori, ma anche un po' in bocca mentre lo masticavo. e così mi sono detta, almeno ce lo siamo levati di torno, questo pollo, che così domani nel frigo non ce lo troviamo più.

lunedì 28 luglio 2014

sono crudeli i cinesi (28 luglio)



 ( ad A.R. e alla storia illuminante del P. di P.)

l’altro giorno è venuto K a trovarci, K è palestinese
oddio sarà durissima ho pensato,
vederci in questo periodo
sarà durissima, ha pensato lui,
vedere V in questo periodo.
Però non era vero....
Ci ha portato lo zaatar, spezia palestinese, e del cioccolato
israeliano che scoppietta quando lo metti in bocca.
Abbiamo riso del fatto che la cioccolata israeliana
scoppiettava.
Cose così.
Rilassandoci di poter ridere
di cose così dopo giorni di tensione e parole pesate
l’ho davvero amato, e mi è servito
e non ho mai avuto paura che lui pensasse
a me come un’ebrea, nel senso di nemica a lui
era proprio un pensiero non contemplato.

L’altro giorno un altro amico M, mi fa leggere un suo articolo
su l'arte depravata, in cui racconta di una mostra
che i nazisti avevano organizzato per esporre
l’arte che loro ritenevano appunto indegna
o pericolosa o depravata, per diverse ragioni
e mi sono detta Che fortuna
avevano quegli artisti, nella sfortuna di essere reprobi,
alla cui arte in definitiva era corrisposto
il titolo di arte pericolosa,
significava che, come arte, faceva qualcosa.
E qui? dicevo al mio amico M, non c’è arte degenerata?
Un’arte che spaventi, che faccia un po’ paura?
L’arte qui non fa più niente.
Si potrebbe fare una mostra Dell’arte che non fa né caldo né freddo
e dentro metterci le opere, i libri, la poesia, le performance, le fotografie
di tutti, perché non c’è più niente che spaventi,
che possa debilitare e mettere in discussione
lo stato delle cose o il cervello della gente.

Poi ieri sera si sono aggiuti altri due amici E. e D.
(da noi si fa così, ci si parla anche fuori da fb!)
e si parlava appunto un po’ di tutte le cose
anche di queste di cui parlo sopra
e D ha detto Qualche giorno fa sul giornale c’era scritto
di un signore, un magrebino, uno non so di dove
ma povero
che era entrato in un supermercato e aveva rubato
della carne tritata, mettendosene in tasca
una pallottolina.
Una pallottolina di carne trita!
porcaccia miseria
l’hanno beccato
lo volevano perquisire
e dice D. , forse si vergognava di farsi toccare in tasca
che gli trovassero la carne in tasca
insomma va a finire che ha aggredito i tipi della sicurrezza
con una baguette.
E gli hanno dato undici mesi per aggressione.
Vabbè.

Poi mi leggo Haaretz, mi leggo un po’ di fb, vedo che molti
Si sono messi una bandiera al posto del profilo,
mi leggo tutte le minchiate che posso per capire il più possibile,
leggo anche la bibbia, l’episodio in cui dio non distrugge Sodoma
finché c’è un solo giusto dentro, per non fare un’ingiustizia
essendo dio,
e mi viene sempre da piangere al pensiero della moglie di Loth,
che era praticamente salva, non doveva solo voltarsi indietro
e invece si volta,
perché?
cosa le dispiaceva lasciare?

e mi girano sempre in testa queste domande

Sulla paura dell’antisemitismo camuffato, ma neanche più tanto,
e sulle altre varie paure di cui si sente parlare in questi giorni
paura degli israeliani delle bombe
paura degli israeliani di Hamas che li voglia annientare
paura di tutti per i propri figli
paura dei palestinesi degli israeliani che li massacrano
paura degli ebrei (israeliani?) di Vattimo che dice che li vuole massacrare
di persona,
c’è anche uno di rifondazione che vuole riaprire i lager
che poi però ha ritrattato, non li vuole più i lager, mi dicono,
non si capisce cosa vuole,
paura dei miei padroni di casa ad affittare il nostro appartamento ai rumeni
paura del comune di Torino dei rom di stura lazio
con conseguente sgombero (il diciassette luglio duemilaquattrodici)
di tante persone anziani donne bambini con relativa distruzione
non gentile
delle loro abitazioni di fortuna, di panni e cose messe una sull’altra in un ordine
precario, umano,
sconquassamento di fragili equilibri di sopravvivenza
nel silenzio di tutti
noi troppo occupati a guardare altrove, a trovare altrove
ingiustizie e misfatti più trandy
e insomma alla fine
sempre con questa cosa in testa dell’idea dell’arte che rompa i coglioni
dell’arte che diventi un fastidio reale come la puntura di una zecca
e mi chiedevo quale.

Poi mi sono detta, Se non trovi una forma d’arte che risponda
a quella caratteristica, di rompere il cazzo a tal punto
da essere messa al bando, dall'essere finalmente bandita
e condannata come pericolosa

almeno fatti la domanda.

Forse nella domanda c’è qualcosa che si avvicina,
anche se a piccoli passi,
alla soluzione.
Penso che mi voglio proprio mettere
con un po’ di amici,
a ragionare su questo:
come l’arte possa riuscire a rompere il cazzo
a tal punto
da finire in un posto dedicato.
E poi, mi sono detta di fare una grande mostra
dal titolo
L’arte che non gratta nessuna schiena.
Un titolo così.

E poi, riflettendo sul ragazzo, che forse è anche più di uno,
che in Israele ha fatto una delle poche cose che non si devono fare
in Israele
una delle poche cose che proprio non si possono fare,
cioè rifiutare di difendere il paese con le armi.
Mi è venuta voglia di dargli una voce,
di far parlare la sua scelta,
di fare una cornice intorno alla sua azione così fastidiosa e coraggiosa.
E ho scritto questo per l'obiettore, che è una specie di poesiona che si intitola
La gente per bene

"La gente per bene
non ammazza nessuno.
se può evitarlo.
Per sapere se può evitarlo
deve provare e riprovare in tutti i modi
a evitarlo,
se non trova il modo
chiede consiglio aiuto
consulenze
chiede e richiede e ci pensa su
prende tempo.

Prima di ammazzare
bisogna pensarci bene
perché poi le persone ammazzate non tornano più
Non hanno voce
e come voce gli resta solo
la propria morte.

Per quello tendenzialmente
è meglio non ammazzare nessuno,
o farlo proprio mai
o quasi mai,
ma meglio mai.
Infatti quando si comincia ad ammazzare
scatta qualcosa che ti fa dire

Tanto ormai che ho cominciato,
che differenza fa continuare?

e l'idea che ti devi fermare
ti scappa di mente:
il sangue non lo vedi più
ti diventa trasparente
agli occhi
perché davanti agli occhi hai
le tue ragioni

Quanto vale una ragione?
Una legione?
Una regione?
Un abisso?

Quanto vale una ragione
Se la sporchi così tanto
Che alla fine non si capisce neanche più .
la differenza tra ragione e torto?

Per l'estrema complessità della realtà
la sola cosa che resta, mi viene da dire,
è questa qua:
La gente non la si ammazza
Né oggi né domani
Possibilmente
Perché è brutto
degradante
squalificante
ammazzare gli altri
e quando ammazzi, dopo,
è come se anche una parte di te fosse morta
anche se ti sembra di no
invece poi te ne accorgi
perché non hai più voglia di ascoltare
alzi la voce e dici le tue ragioni
ma le dici troppo forte
così forte che vien da chiedersi
perché ci sia bisogno di urlare tanto, a forza di urlare
non si capisce più niente, è tutto un gomitolo di distruzione.
Ma forse l'intenzione è proprio questa
fare in modo che tutto e il contrario di tutto
siano la stessa cosa
i giusti e gli ingiusti
i pietosi
e i patetici
gli inermi e gli attentatori,
tutti uguali
in nome di queste verità semidivine
troppo gridate
per essere ascoltate
o credute vere,
troppo crudeli per essere umane.

L'unica cosa da tenere stretta sicura tra i denti come una preghiera
è la certezza che ammazzare è proprio un male irreparabile, che non
si deve fare."

Poi, ieri notte, viene fuori questa cosa che i cinesi
per diletto, fanno dei portachiavi con un animaletto
una specie di portafortuna, chiuso in una busta
con cibo e aria bastante per qualche tempo
alla fine del quale è sufficiente
cambiare il portachiavi.

giovedì 24 luglio 2014

24|07|2014


Oggi col falcetto tagliavo sterpaglie qua fuori, meno male che ho questi guanti di cuoio perché sono pieni di spine, pensavo.
In mezzo alle sterpaglie c'era anche una piantina di more. buone. non le ho falciate perché mi dispiaceva, per le more. poi ho pensato che non era giusto, le altre sterpaglie sì e loro no. Povere sterpaglie senza more.
Fai una cosa con convinzione e, appena ti fermi un attimo a pensare a quello che stai facendo, la convinzione si affievolisce, ogni azione, persino la più alacre, diventa crudele.

mercoledì 23 luglio 2014

23|07|2014



La pioggia mi piaceva immensamente le dicevo vieni giù vieni giù scendi. E lei mi obbediva.



Erano tutte cose che ho visto nel mio temporale, un frastuono che diventava vento e senza misure, squassamento.

martedì 22 luglio 2014

22|07|2014



Non ho niente contro le farfalle, ma c'è qualcosa, in quel loro essere per natura belle e alate, icone di spensieratezza, che un po' mi irrita, un po' mi spaventa.

sabato 19 luglio 2014

19|07|2014

Ho lasciato la bici legata alla stazione, sono andata a Torino in treno, poi da là sono tornata in macchina. Così adesso, la mia bici là, io a casa, e non poter andare in bici a prenderla. Ovviamente. E questo mi mette di pessimo umore. Quando hai una bici vorresti averla sempre accanto, è proprio innaturale essere lontani dalla propria bici e doverla raggiungere a piedi o con altri mezzi.

giovedì 17 luglio 2014

17|07|2014

Ora ho pulito il cesso ho pulito anche dietro la lavatrice e anche sotto (non sollevandola ovviamente, ma solo spostandola facendola ballonzolare e tirandola imponendole come un passo verso di me di qua e di là)
ho pulito anche dietro il bidet e negli interstizi della doccia dove si formano alcune muffe nelle fughe delle piastrelle. si. nelle fughe delle piastrelle si formano delle muffe.
ho pulito le finestre dentro e fuori e le ho asciugate perché i vetri non restassero macchiati.
Sono rimasta un po' pensosa davanti allo scovolino del cesso, se lavarlo o no anche dentro, dove c'è quell'acquetta che non è mai perfettamente trasparente. poi ho deciso di no.
Per oggi può bastare mi sono detta.
Anche se non so se può bastare davvero.
Forse non può bastare.
Oggi vorrei lavare tutte le cose sporche, dentro e fuori.

mercoledì 16 luglio 2014

16|07|2014

Prima mi si era rotta la tastiera del pc non potevo più fare gli spazi, ho pensato è la fine, allora mi sono concentrata e ho pensato, cosa farebbe un cinese di via paolo sarpi di quelli che riparano i pc se gli portassi a riparare sta tastiera? e incarnandomi in quel cinese con tutte le forze ho estirpato la tastiera, pensando Tanto che mi frega mica è mia è di quella lì. Poi sempre concentrandomi sull'essere un cinese di via paolo sarpi, ho guardato il sotto della tastiera e mi sono detta Ecco era facile, ecco il problema, e l'ho soffiato via. Poi sempre in forma di cinese del negozietto di riparazioni di via paolo sarpi mi sono detta Ecco qua. finito. e mi sono detta Che bel lavoretto ho fatto. Ho reincastrato la tastiera proprio bene e mi sono detta: cinquanta euro. poi sono tornata me stessa e ho pensato Sti cazzi, sti cinesi sono proprio bravi. e ho anche pensato di aprire un negozietto di riparazioni di pc anch'io qui a chieri che non ce ne sono, che è un'attività che mi ricorda P K Dick dato che lui mi pare lavorasse anche lui in un posto dove si facevano riparazioni elettroniche. e il fatto di avere forse una cosa in comune con P K Dick e la tastiera con gli spazi di nuovo perfettamente funzionanti mi ha dato speranza in un futuro meno grigio per un po'.

lunedì 23 giugno 2014

23|06|2014


Allora stamattina mi sveglia una voce (la mia) che nella testa mi diceva/dettava la seguente cosa

Rivelazioni

Finito è il tempo delle grandi rivoluzioni

copernicane, non si gira più

non si gira più che per vederci soli

miseramente allungati

come ombre.

domenica 22 giugno 2014

rivelazioni


Rivelazioni



Finito è il tempo delle grandi rivoluzioni

copernicane, non si gira più

non si gira più che per vederci soli

miseramente allungati

come ombre.

sabato 21 giugno 2014

i deja vu

A volte mi chiedo, ma se a uno prima che nasca gli facessero vedere com'è la vita e tutto fino in fondo come un film, vorrebbe nascere lo stesso? poi mi dico, magari è proprio questa la prova alla fine della quale ci verrà chiesto Allora,ci dica svelto, sì o no? e se uno fosse indeciso, gli darebbero la possibilità di rivedersi il film a saltelli, per pensarci un po' su. 
E quelli sarebbero i deja vu.

giovedì 19 giugno 2014

mossa a mossa (da materiali per H)





e quando partivo per tanti giorni dicevo a Gi, mentre non ci sono puoi cambiare l’acqua ai pesci?
E lui diceva forse devo andare dalle bimbe a Milano, in quei giorni.
E i miei pesci? Dicevo io, chi ci bada se non ci sono io?
E Gi diceva Mino.
Lo sai che Mino non è gentile coi pesci.
Ma io non posso stare sempre qui mentre tu sei in giro solo per guardarti i pesci, ho le bambine dalla Piera.
Che palle ste bambine maledette della Piera, dicevo io

Che palle sti pesci maledetti tuoi, diceva Gi, e ridevamo, perché era come giocare a scacchi tra due che non hanno tattica e si rispondono uguale a specchio, mossa a mossa, senza sapere neanche lontanamente dove si andrà a parare.

lunedì 16 giugno 2014

(diario 16 giugno)



è inutile che tu abbia delle certezze.
appena hai una certezza subito ti s'incertisce.

[mamma, quando eri piccola tu, io ero ancora morto?]



Vorrei una fede piccola e mia 
per non avere mani e piedi
là dove subito si dìsfano
i misteri.




domenica 15 giugno 2014

pazzia


pazzia

oggi mi ero arrabbiata ed ero diventata pazza perché urlavo che mi sembrava di essere stufa di essere sempre io a cucinare lavare i piatti stirare e stendere e pulire per terra e anche dietro la lavatrice, ma poi mi hanno fatto ragionare che non era vero.

venerdì 13 giugno 2014

short stories con la parola cazzo

short stories con la parola cazzo




1
c'era una volta una formica che non sapeva di essere una formica. incontra un'altra formica e pensa - che sfigata quella cosa lì, con le zampette che mi è appena passata di fianco. poi incontra un'altra formica, e pensa - oggi ne passa di gente messa male madonna. poi si vede riflessa in una goccia d'acqua e pensa - non sarò mica una cosa tipo quelle che ho visto passare prima? si guarda meglio: ma non mi dire, sono proprio una formica del cazzo anch'io.
allora poi, da quel momento, quando incontra altre formiche, le guarda con meno spocchia.
 
2
c'era una volta una rana in uno stagno. tutte le sere gracidava con le sue amiche sul bordo dello stagno mentre i maschi erano a caccia di zanzare. faceva una vita molto tranquilla e regolare. un giorno però si dice- cazzo, mi rendo conto che in tutta la vita non sono mai stata da nessuna parte. sempre qua a gracidare tutte le sere. non c'è una volta una sera che abbia fatto una cosa qualunque che non fosse gracidare.mai. non mi è mai neanche venuto in mente che magari potevo chessò, farmi un giro, andare a dare un'occhiata quel che succede qua intorno. niente.solo stagno e gracidare tutta la porca vita.
allora da quella sera non gracida più.

3
c'era una volta un asina. c'era una volta io che mi ero innamorato di quell'asina. tutte le volte che potevo le davo un bacio sul naso. il naso degli asini è morbidissimo e sopra ha dei piccoli pelettini che pungono un po' le labbra ma non fanno assolutamente male, anzi. cazzo. era bellissimo baciarmi la mia asina.

4
c'era una volta un orso grassissimo. quest'orso non aveva amici perché non gliene fregava niente. stava bene da solo sotto il suo albero di gelso. era molto grasso e qualche volta pensava - uno di questi giorni mi faccio una corsetta tanto per dimagrire.
però questa corsetta mai che la facesse. una volta era stanco, una volta non c'aveva voglia, una volta faceva troppo caldo. insomma, pensava l'orso - se corro o non corro sono fatti miei. non è che c'è qualcuno che
mi controlla e mi dice cosa devo o non devo fare. allora poi l'orso ad un certo punto una bella mattina si alza, si stira, e bel bello si fa una corsetta. la cosa gli piace e il giorno dopo ne fa un'altra e anche il giorno dopo. dopo poi, tutte le mattine l'orso si fa la sua corsetta e dopo alla fine dimagrisce. però poi un giorno l'orso, mentre corre si dice- che idea del cazzo questa di correre, non so proprio come mi sia venuta. è proprio un'idea del cazzo. però continua a correre, perché ormai si era abituato.

5

c'erano una volta un bruco e una farfalla. il bruco guardava la farfalla con un certo interesse. pensava di mangiarsela. allora la farfalla gli dice - guarda che ti ho capito tu che cosa stai pensando, di mangiarmi eccetera. ti avviso subito che è un'idea del cazzo.primo perché ho le ali e scappo. secondo perché tra un po' anche tu diventi farfalla. non ci si mangia tra gente della stessa categoria.

6

c'erano una volta un elefante e un topo. Elefante - dice il topo. ma l'elefante non sentiva perché era troppo in alto e anche perché stava facendo un'altra cosa. allora il topo gli dice di nuovo- elefaaaante. ma niente. l'elefante non lo sente. allora il topo sale sulla zampa dell'elefante si arrampica su su fino all'orecchio dell'elefante e ci urla dentro: elefanteeee
allora l'elefante prende il topo con la proboscide, lo tiene appeso per la coda e gli dice - che cazzo vuoi che urli così, sei scemo o cosa?
e il topo gli risponde - scusa, mi sentivo solo.



















mercoledì 11 giugno 2014

pesci rossi considerazioni



A proposito dei pesci rossi, non è vero che i pesci rossi non sono longevi.

La maggior parte dei pesci rossi muoiono perché cadono per terra insieme alla boccia di vetro urtata per sbadataggine, perché qualcuno per errore dà loro troppo da mangiare, o per dimenticanza, troppo poco.

I pesci rossi, con la loro vita, sono termometri di attenzione, con la loro morte, saranno accusa e condanna, alla nostra distrazione eterna, dalla profondità.

appunti sullo scrivere della luna

quel che mi piace di più è scrivere in un modo da sentire che c'è sempre, un po' di discrepanza, tra quello che pensavi che avresti scritto e quello che poi scrivi davvero. ma se mi metto lì, a dire Adesso scrivimi questo, mettici questo inizio e questa fine e questo e quest'altro in mezzo, ecco che subito mi sale una noia, una noia che mi fa prima sbadigliare, poi venire voglia di andare a fare dei lavori come lavare i piatti o aggiustare la sedia o lavare i vetri o anche solo camminare.
per esempio adesso mi ero detta Scrivi qualcosa sull'arcobaleno della luna di ieri sera, ma poi mi sono detta, cosa dovrai scrivere mai dell'arcobaleno della luna di ieri sera? niente. la luna faceva l'arcobaleno.

venerdì 6 giugno 2014

Gi che racconta Paul Auster Tizio Caio e Sempronio



C'è uno che si chiama non mi ricordo più diciamo Tizio per semplicità, che però scrive dei gialli sotto lo pseudonimo Caio, nei quali il protagonista è un detective che si chiama Sempronio, però lui, Tizio, non si riconosce per niente in Caio, perché non gli piace e lo sente come un estraneo, si riconosce un po' di più in Sempronio,che il protagonista dei gialli di Caio, che sarebbe lui, sotto pseudonimo, che scrive i gialli di Sempronio che è un detective. Poi però Tizio all'inizio riceve una telefonata in cui c'è uno che lo cerca pensando di parlare con Paul Auster, allora lui in quel momento si finge Paul Auster, e siccome deve risolvere un caso nel quale deve proteggere uno, ne va della vita di questo qua, allora lui, Tizio, indaga un po' facendo finta di essere Paul Auster, fingendo però, trattandosi di un giallo, appunto, di essere Sempronio, il protagonista dei gialli di Caio, che sarebbe lui. E alla fine, andando avanti come Sempronio, arriva un punto che Paul Auster vero lo va a cercare e lui, Tizio, che fingeva di essere Paul Auster nei panni di Sempronio, finisce che non è più nessuno. Sparisce. Non c'è. Come identità.




Non so se mi è piaciuto, te lo devo dire, perché a me le storie che finiscono male mi lasciano sempre sul finale un nervoso.




(Gi)

domenica 1 giugno 2014

aspetto che mi venga un qualche coraggio + disciplina

La disciplina è tutto in certi casi, soprattutto se non hai il sostegno di una fede in un dio
se hai il sostegno della fede in un dio poi anche permetterti di essere più indisciplinato, perché hai la fede che comunque un po' ti sostiene, ti tiene su. invece se non hai la fede è più difficile e ci vuole questa disciplina, che però, non avendo fede e non essendo abituati quindi a credere più di tanto alle cose, ma solo per brevi periodi e sempre con una certa diffidenza nell'assoluto, è difficile imporsela. Anche perché una cosa è darsi una disciplina una volta ogni tanto, un'altra è darsi la stessa disciplina tutti i giorni. Perché un altro problema della disciplina è che per essere una vera disciplina va ripetuta. Se la pratichi con costanza, se ti ci applichi con una certa dose di entusiasmo, all'inizio ti dà forza, una cosa addirittura un po' da invasati, per quanto ti senti bene e figo nella tua disciplina. però poi alla lunga, una volta che la si è per così dire introiettata e fatta propria, questa disciplina (si dice sempre così delle discipline : intriettare, fare proprie) ecco che la disciplina stessa comincia a diventare un'enorme rottura di coglioni. Pur continuando a ravvisare nella disciplina una via d'uscita al torpore e alla depressione e al vuoto dell'esistenza, questa disciplina dopo un po' perde smalto, diventa, più che una disciplina, un obbligo che oltretutto ti sei imposto da solo, per di più. quindi ti senti anche coglione, alla fine. per usare una parolaccia.
Comunque io la disciplina sento che mi potrebbe aiutare moltissimo, perché in questo periodo sono proprio a corto di spinte. Lo dimostra il fatto che alle sette mi sono svegliata, mi sono alzata ho lavato dei piatti e sono tornata nel letto e adesso non faccio niente. 
Aspetto che mi venga un qualche coraggio.

venerdì 30 maggio 2014

diario 30 maggio






ieri mentre attraversavo la strada ho visto un topo. andava per i casi suoi, non si è fermato. era un topo impegnato che evidentemente sapeva dove andare. al contrario di me.

non fa ridere dice Gi

Ho perso centocinquanta euro dentro un libro della biblioteca.
Che libro?
Il mistero delloceano di smeraldo di geronimo stilton.
Chiedilo in prestito.
È tardi.
Chiedi chi lha preso in prestito.
Non me lo dicono.
Non fa ridere, dice Gi.

Infatti.

cavallo vincente

Il cavallo vincente è un cavallo. Bruca la biada, sta nel suo box.
Non sa niente non può saperne niente. nessun altro cavallo vicino di box sa né di essere un cavallo né di essere un cavallo forse vincente né che lui sia un cavallo vincente.
Il cavallo vincente bruca la sua biada pensa Porcaminchia la biada è buona ma non è abbastanza. Pensa si corre? Quando si corre? Vado a correre a che ora?
Mah.
Ecco cosa fa il cavallo vincente.
Corre e basta.
Sarà felice un cavallo vincente?

Il punto è cosa gli sta intorno.

La sua vita, le sue emozioni non c'entrano molto col fatto che lui poi corra veloce o non troppo veloce.
La sua vita ha a che fare con il sole con la biada con le bionde cavalle, se il box è grande abbastanza, se fuori c’è lerbetta verde, che tempo farà più tardi.


Tutto qua, cavallo vincente.

lunedì 26 maggio 2014

materiali per H

Di là c'era la stanza dove avremmo fatto ogni giorno la ginnastica mattutina, mangiato l'insalatina, tenuto bene l'anima.
La stanza che non c'era.

diario 26|5



Guardi la Terra 
come una casa che abiti
che stai per lasciare.


mercoledì 21 maggio 2014

smamma nel mondo (foto: francesca randazzo)








perfette




Amanda stava seduta sul letto a cincischiarsi un dito del piede, mentre Louis stava in piedi,guardava Amanda.
poi Amanda disse, dimmi una cosa Louis,
e Louis disse piano , sii?
te ne importa così tanto?
e Louis disse ancora piano, noo, Amanda si può fare altro se preferisci
e Amanda si tirò su i capelli disse, facciamo delle foto?
se vuoi, se è questo che vuoi.
non è questo che voglio, disse Amanda, è questo che ho voglia di fare ora, tutto qua.
la macchina fotografica era sul tavolo, Louis la prese e cominciò a scattare.
si mise accanto alla finestra.
così no, disse Louis, non possiamo farle.
perché? chiese Amanda
perché la luce entra troppo nell'immagine e non ti si vede.
scatta così, disse Amanda, la luce.
Amanda si mise davanti alla finestra mentre Louis le faceva altre foto. non si spostava mai, non si metteva in posa, stava semplicemente davanti alla finestra come un manichino col pensiero lontano ad ascoltare gli scatti.
Louis continuava a scattare, senza muovere la camera, senza cercare inquadrature: scattava foto alla luce con Amanda.
ti ricordi? disse Amanda, le foto che mi hai fatto allo zoo?
sì, disse Louis,certo che me le ricordo.
la pellicola si era sganciata.
me le ricordo perfettamente quelle foto, disse Louis, eri appoggiata alla palizzata di legno,davanti ai cervi, faceva freddo, tu avevi la giacca a vento blu con la lampo gialla,
avevi i capelli che si spostavano con il vento e sorridevi,
eri bella, disse Louis.
mi ricordo quelle fotografie, disse Amanda.
non ti muovevi, disse Louis.
cercavo di non muovermi, disse Amanda, volevo che il tempo si fermasse lì.
le foto erano perfette, disse Louis.
perfette, disse Amanda.

venerdì 16 maggio 2014

materiali per H

Noi quello che dicevamo per dire, non era mai per quel momento lì, ma sempre per un altro momento, più importante, che sarebbe venuto dopo, non si sapeva quando. A quel dopo noi sacrificavamo tutte le nostre parole migliori tenendo le altre per dire ad esempio Io, se l'avessi saputo che le cose stavano così, da prima,da quando da quello che dicevi,lasciavi intendere che anche noi avevamo come gli altri un doppio fondo, un coniglio nel cappello, io, se avessi saputo che il coniglio di cui parlavi non c'era manco io, ci sarei stata.


Il limone era morto per colpa mia, anche se dicevamo a tutti che era stato il freddo, il freddo era colpa mia. Perché tante altre volte si diceva che il limone lì sarebbe stato bene ma non era vero, che il limone lì era abbastanza al sicuro, ma non era vero. Tutte balle che si raccontano quando si vuole a tutti i costi far finta di niente, come facevo io quando dicevo che il limone era solo un po' secco sulle foglie ma le radici stavano bene. E tu, per non dirmelo, ci credevi, e solo dopo, quando ormai era irrimediabile, alla vista, abbiamo detto Peccato, che il limone era come se se ne fosse voluto andare da solo, abbiamo detto Peccato.

un medico ha detto


Al Fondo Verri di Lecce, dopo la presentazione di Smamma, un signore con i capelli bianchi si è alzato in piedi e ha detto che lui è un medico di base da tanti anni e che secondo lui molti pazienti si dovrebbero curare prescrivendo dei libri da leggere al posto delle medicine e delle risonanze magnetiche. 

Smamma e MarieClaire.it

bookstagrams

venerdì 9 maggio 2014

anche per oggi niente Farenheit !


CATERPILLAR DAL SALONE DEL LIBRO

Stasera dalle 18.00 alle 19,30 Caterpillar in diretta dal Salone del Libro, Stand della Rai, Padiglione 3.

http://caterpillar.blog.rai.it/2014/05/08/caterpillar-del-9-maggio-2/

martedì 6 maggio 2014

tempismi

Non è colpa mia se tu entri in camera sempre solo quando dopo tre ore che studio latino e scienze mi faccio quei cinque minuti di pausa minimi per sciacquarmi il cervello e mi metto solo il sopra del pigiama per sdraiarmi un attimo sul letto per rilassarmi un po'col cellulare.

(Mino)

mercoledì 30 aprile 2014

ero uscita

Ero uscita perché non mi venivano idee, sono andata al bar a prendere un grappino giallo, c'erano solo teenager al cellulare e rumeni maschi più o meno della mia età ma che guardavano la partita. Nessuno con cui scambiare due parole tipo Visto che non piove più, domani poi, è il primo Maggio. Sai quanto gliene frega alla gente che domani è la festa di quelli che non esistono più.

martedì 29 aprile 2014

Ci sei cascata

Ieri sei entrato in cucina con un enorme contenitore di plastica trasparente pieno di marshmallows rosa a forma di funghetto e hai detto Questi sono per te, ho detto Oh ma grazie, pensando porca troia che pensiero gentile.
Oggi pomeriggio avevo proprio voglia di un marshmallow ma niente, il contenitore non era più da nessuna parte così ti ho bussato, hai detto Che vuoi? ho detto Venivo per i miei marshmallows, Che marsmallows? hai detto, I miei, ho risposto, ne volevo uno, Non hai marshmallows, hai detto. Sono entrata, ho visto l'enorme contenitore posato sul tuo tavolo, Questi, ho detto, sono i miei. Questi sono miei, hai detto. No che non sono tuoi, ho detto, me li hai regalati ieri sera.
Ci sei cascata, te li ho regalati per finta.





Beppe Battiston legge Smamma

giovedì 17 aprile 2014

complimenti nell'ordine


Dopo la presentazione di Smamma al circolo dei lettori complimenti nell'ordine 
1 Giuseppe: bravissimo come legge bene che intenso che voce che intelligenza di lettura che bella persona che bell'uomo e fuma dei sigari buonissimi Battiston potrebbe leggere anche l'elenco del telefono lo ascolteresti uguale un attore molto raffinato com'era tranquillo com'era posato come non era retorico come non declamava come non se la tira per niente com'è dimagrito che uomo affascinante gestione delle pause perfetta dev'essere uno anche simpatico a cena dev'essere una persona molto gentile si vede che è uno che pensa, prima che ha valorizzato il libro che ha valorizzato il senso che ha valorizzato il testo ha illuminato certi aspetti ha illuminato ha restituito non si è risparmiato che generoso dal vivo è meglio dal vivo è più alto dal vivo ha una voce bellissima per me è il più bravo che classe un professionista pazzesco.
2 Io: che bei fuseaux.

mercoledì 16 aprile 2014

Gi e le interviste radiofoniche



Quando fai le interviste radio su Smamma ridi troppo.

Rido quando non so rispondere alle domande.

Appunto, non c'è niente da ridere.


(Gi)

non ne son più degna

Mi chiedi di rileggerti un tema sull'analfabetismo in Italia, mentre lo leggo ti dico Alquanto si scrive tutto attaccato, me lo levi di mano dici Volevo un parere solo sui contenuti

Non ne son più degna.

intervista all'autrice



Secondo lei gli adolescenti sono buoni o cattivi?
Dipende.
Da cosa?
Dai giorni.
Se lei tornasse indietro, con la consapevolezza del poi, farebbe ancora dei figli che poi diventano adolescenti?
In effetti no. Ne farei magari di più, con maggiore frequenza, ma li manterrei solo fino agli undici dodici anni, poi li abbandonerei lungo l’autostrada.
E’ favorevole al dialogo figli genitori?
No.
Pensa che la generazione degli adolescenti di oggi risenta della potente diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, dell’uso indiscriminato di strumenti di comunicazione a distanza, del web, dei social network, dei giochi in rete e del condizionamento mediatico
 Non ho capito la domanda
Non l’ho finita, infatti. Dicevo del condizionamento mediatico, questi ragazzi che si istigano a vicenda dal web a mangiare il maggior numero possibile di bottigliette di plastica o scatolette di tonno senza estrarlo dalla latta o succhiare tubetti di lucido da scarpe di vari colori uno dietro l’altro.
Sì.
Sì cosa?
Penso che ne risenta.
Di cosa?
Quello che ha detto prima lei.
Come si relaziona al libro di Michele Serra, che tratta più o meno gli stessi argomenti del suo ed è stato pubblicato qualche mese prima del suo dando a tutti (anche se non se ne parla esplicitamente) l’idea che lei lo abbia copiato ?
In effetti, anche’io quando è uscito il libro di Michele Serra ho pensato che molti avrebbero pensato che dato che era uscito prima del mio era probabile che il mio fosse copiato dal suo. Però poi mi è venuta in mente quella storia che si dice a propsito dei gemelli, che il più giovane è quello che nasce per primo, eh eh.
Vuole dire qualcosa, a chi non ha ancora letto il suo libro, per invogliarli a comprarlo..
Se volete leggerlo subito compratelo o aspettate che qualcuno ve lo regali o ve lo presti dopo averlo letto o
Cosa ne pensa del pirataggio delle opere di concetto tutelate dal diritto d’autore.
Dipende se sono l’autore o il pirata.
Qualche curiosità sull’autrice: Lei preferisce la nutella o le creme di nocciola?
Ci sono le creme di nocciola alte e le creme di nocciola basse. Le creme di nocciola alte sono confezionate in barattoli di vetro spesso piccoli e bombati e lasciano intendere di essere artigianali, genuine, qualcosa di qualitativamente superiore alla cugina pop. Le creme alla nocciola basse, invece, sono anche loro in barattolo, ma barattoli dozzinali, con bordi dritti, e recano sull’etichetta nomi patetici come nocciolella, cioccolella, nutolla eccetera. Non mi pare che ci sia poi tutta questa differenza tra le creme di nocciola alte quelle basse e la nutella. Se la giocano più o meno tutte alla stessa stregua, tranne quelle molto artigianali alte e quelle molto dozzinali basse, che tendono ad avere un cattivo sapore.
Cosa augura alle generazioni future?
Niente.