( ad A.R. e alla storia illuminante del P. di P.)
l’altro giorno è venuto K a trovarci, K è palestinese
oddio sarà durissima ho pensato,
vederci in questo periodo
sarà durissima, ha pensato lui,
vedere V in questo periodo.
Però non era vero....
Ci ha portato lo zaatar, spezia palestinese, e del cioccolato
israeliano che scoppietta quando lo metti in bocca.
Abbiamo riso del fatto che la cioccolata israeliana
scoppiettava.
Cose così.
Rilassandoci di poter ridere
di cose così dopo giorni di tensione e parole pesate
l’ho davvero amato, e mi è servito
e non ho mai avuto paura che lui pensasse
a me come un’ebrea, nel senso di nemica a lui
era proprio un pensiero non contemplato.
L’altro giorno un altro amico M, mi fa leggere un suo articolo
su l'arte depravata, in cui racconta di una mostra
che i nazisti avevano organizzato per esporre
l’arte che loro ritenevano appunto indegna
o pericolosa o depravata, per diverse ragioni
e mi sono detta Che fortuna
avevano quegli artisti, nella sfortuna di essere reprobi,
alla cui arte in definitiva era corrisposto
il titolo di arte pericolosa,
significava che, come arte, faceva qualcosa.
E qui? dicevo al mio amico M, non c’è arte degenerata?
Un’arte che spaventi, che faccia un po’ paura?
L’arte qui non fa più niente.
Si potrebbe fare una mostra Dell’arte che non fa né caldo né freddo
e dentro metterci le opere, i libri, la poesia, le performance, le fotografie
di tutti, perché non c’è più niente che spaventi,
che possa debilitare e mettere in discussione
lo stato delle cose o il cervello della gente.
Poi ieri sera si sono aggiuti altri due amici E. e D.
(da noi si fa così, ci si parla anche fuori da fb!)
e si parlava appunto un po’ di tutte le cose
anche di queste di cui parlo sopra
e D ha detto Qualche giorno fa sul giornale c’era scritto
di un signore, un magrebino, uno non so di dove
ma povero
che era entrato in un supermercato e aveva rubato
della carne tritata, mettendosene in tasca
una pallottolina.
Una pallottolina di carne trita!
porcaccia miseria
l’hanno beccato
lo volevano perquisire
e dice D. , forse si vergognava di farsi toccare in tasca
che gli trovassero la carne in tasca
insomma va a finire che ha aggredito i tipi della sicurrezza
con una baguette.
E gli hanno dato undici mesi per aggressione.
Vabbè.
Poi mi leggo Haaretz, mi leggo un po’ di fb, vedo che molti
Si sono messi una bandiera al posto del profilo,
mi leggo tutte le minchiate che posso per capire il più possibile,
leggo anche la bibbia, l’episodio in cui dio non distrugge Sodoma
finché c’è un solo giusto dentro, per non fare un’ingiustizia
essendo dio,
e mi viene sempre da piangere al pensiero della moglie di Loth,
che era praticamente salva, non doveva solo voltarsi indietro
e invece si volta,
perché?
cosa le dispiaceva lasciare?
e mi girano sempre in testa queste domande
Sulla paura dell’antisemitismo camuffato, ma neanche più tanto,
e sulle altre varie paure di cui si sente parlare in questi giorni
paura degli israeliani delle bombe
paura degli israeliani di Hamas che li voglia annientare
paura di tutti per i propri figli
paura dei palestinesi degli israeliani che li massacrano
paura degli ebrei (israeliani?) di Vattimo che dice che li vuole massacrare
di persona,
c’è anche uno di rifondazione che vuole riaprire i lager
che poi però ha ritrattato, non li vuole più i lager, mi dicono,
non si capisce cosa vuole,
paura dei miei padroni di casa ad affittare il nostro appartamento ai rumeni
paura del comune di Torino dei rom di stura lazio
con conseguente sgombero (il diciassette luglio duemilaquattrodici)
di tante persone anziani donne bambini con relativa distruzione
non gentile
delle loro abitazioni di fortuna, di panni e cose messe una sull’altra in un ordine
precario, umano,
sconquassamento di fragili equilibri di sopravvivenza
nel silenzio di tutti
noi troppo occupati a guardare altrove, a trovare altrove
ingiustizie e misfatti più trandy
e insomma alla fine
sempre con questa cosa in testa dell’idea dell’arte che rompa i coglioni
dell’arte che diventi un fastidio reale come la puntura di una zecca
e mi chiedevo quale.
Poi mi sono detta, Se non trovi una forma d’arte che risponda
a quella caratteristica, di rompere il cazzo a tal punto
da essere messa al bando, dall'essere finalmente bandita
e condannata come pericolosa
almeno fatti la domanda.
Forse nella domanda c’è qualcosa che si avvicina,
anche se a piccoli passi,
alla soluzione.
Penso che mi voglio proprio mettere
con un po’ di amici,
a ragionare su questo:
come l’arte possa riuscire a rompere il cazzo
a tal punto
da finire in un posto dedicato.
E poi, mi sono detta di fare una grande mostra
dal titolo
L’arte che non gratta nessuna schiena.
Un titolo così.
E poi, riflettendo sul ragazzo, che forse è anche più di uno,
che in Israele ha fatto una delle poche cose che non si devono fare
in Israele
una delle poche cose che proprio non si possono fare,
cioè rifiutare di difendere il paese con le armi.
Mi è venuta voglia di dargli una voce,
di far parlare la sua scelta,
di fare una cornice intorno alla sua azione così fastidiosa e coraggiosa.
E ho scritto questo per l'obiettore, che è una specie di poesiona che si intitola
La gente per bene
"La gente per bene
non ammazza nessuno.
se può evitarlo.
Per sapere se può evitarlo
deve provare e riprovare in tutti i modi
a evitarlo,
se non trova il modo
chiede consiglio aiuto
consulenze
chiede e richiede e ci pensa su
prende tempo.
Prima di ammazzare
bisogna pensarci bene
perché poi le persone ammazzate non tornano più
Non hanno voce
e come voce gli resta solo
la propria morte.
Per quello tendenzialmente
è meglio non ammazzare nessuno,
o farlo proprio mai
o quasi mai,
ma meglio mai.
Infatti quando si comincia ad ammazzare
scatta qualcosa che ti fa dire
Tanto ormai che ho cominciato,
che differenza fa continuare?
e l'idea che ti devi fermare
ti scappa di mente:
il sangue non lo vedi più
ti diventa trasparente
agli occhi
perché davanti agli occhi hai
le tue ragioni
Quanto vale una ragione?
Una legione?
Una regione?
Un abisso?
Quanto vale una ragione
Se la sporchi così tanto
Che alla fine non si capisce neanche più .
la differenza tra ragione e torto?
Per l'estrema complessità della realtà
la sola cosa che resta, mi viene da dire,
è questa qua:
La gente non la si ammazza
Né oggi né domani
Possibilmente
Perché è brutto
degradante
squalificante
ammazzare gli altri
e quando ammazzi, dopo,
è come se anche una parte di te fosse morta
anche se ti sembra di no
invece poi te ne accorgi
perché non hai più voglia di ascoltare
alzi la voce e dici le tue ragioni
ma le dici troppo forte
così forte che vien da chiedersi
perché ci sia bisogno di urlare tanto, a forza di urlare
non si capisce più niente, è tutto un gomitolo di distruzione.
Ma forse l'intenzione è proprio questa
fare in modo che tutto e il contrario di tutto
siano la stessa cosa
i giusti e gli ingiusti
i pietosi
e i patetici
gli inermi e gli attentatori,
tutti uguali
in nome di queste verità semidivine
troppo gridate
per essere ascoltate
o credute vere,
troppo crudeli per essere umane.
L'unica cosa da tenere stretta sicura tra i denti come una preghiera
è la certezza che ammazzare è proprio un male irreparabile, che non
si deve fare."
Poi, ieri notte, viene fuori questa cosa che i cinesi
per diletto, fanno dei portachiavi con un animaletto
una specie di portafortuna, chiuso in una busta
con cibo e aria bastante per qualche tempo
alla fine del quale è sufficiente
cambiare il portachiavi.
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