venerdì 17 marzo 2017

primavera



Non vorrei credere alla primavera
per varie ragioni tra le quali il grigiotopo di occhi un tempo azzurri
le manovre accorte di mani che non sanno magie
la scaltrezza con cui
persino i bambini
contano il mondo
spostano macerie di bene
a mare
all'occorrenza

e alcuni presagi di pioggia
che non cadrà e non vorrà cadere
trattenuta dal pudore di un cielo
rammaricato
su nuove gemme
su semi che con tutta la fede spingono
in su
come se cercassero un dio
a sbocciare
Non vorrei credere a questa primavera di fatti inoppugnabili
di pugni duri sbattuti con forza
su pance miti
in nome di qualcosa di sempre più lucido
e luminoso
in nome dei nomi
di tutte le cose confiscate
strappate via dalle mani
in nome della ragione della prudenza dell'odio
che ci fa grandi e piccini
buoni abbastanza
a dar fuoco ai cani
a ridere della povera morte
Non vorrei crederci
ma poi ci credo:
m'inchino un'altra volta
come tutti i mammiferi
quadrupedi corretti
come tutti i sapiens sapiens
insipienti
alla giallitudine stinta e pervicace
ostinata
della primula scema
e altrove
il verde che si prepara a coprire
e tutta la sua pietà.

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