Ieri L. mi ha invitata a una manifestazione per i diritti dei trans. I trans, mi ha spiegato F. mentre camminavamo in via Po dietro il camioncino con sopra i musicisti che cantavano canzoni romantiche amplificate, sono gli ultimi degli ultimi. Neanche i gay li vedono tanto di buon occhio, perché rappresentano qualcosa che li spaventa, e anche perché adesso tra i gay va più il gay con la barba, il gay virile. E poi i trans non presentano tanto bene per via che battono, non potendo svolgere molte altre professioni con facilità. Così ho scoperto questa cosa che non sapevo, dell'emarginazione al quadrato e, anche se non sono trans, ero contenta di camminare con loro, perché mi sembrava una cosa buona non farli sentire soli, anche se faceva freddo e ci si congelavano le mani.
Non era una manifestazione con gli slogan urlati, nessuno urlava, c'erano solo le voci, gli accompagnamenti di quelle canzoni romantiche e melodiche, senza rivendicazioni né altro. Solo quel camminare mite in neanche tanti.
Nessun commento:
Posta un commento