sabato 29 aprile 2017

la decisione


Oggi sono rimasta in macchina, ferma e parcheggiata e non riuscivo ad uscire, ad andarmene, per via di una visione: una ragazza cinese giovane, ma neanche bella, neanche con la pelle di porcellana, no no, una puttana di quelle, aveva spostato lievemente le tendine del centro massaggi cinesi  che sta proprio dirimpetto al parrucchiere doveva sempre Lea a farsi fare i capelli a sei euro, sempre dei cinesi ovviamente, perché i cinesi fanno spesso questo: si mettono uno davanti all'altro, per proteggersi? per guardarsi? sentirsi simili, chennesò. e guardava fuori. Ma poco, per non essere vista neanche da me, che pure ero parcheggiata là per caso e non volevo guardarla, ma non potevo smettere. Perché era come se lei si nascondesse, non volendolo fare, anzi, lei. Non so come dire. Lei guardava, ma non me, più di lato. Anche se lì era chiaro, non c'era nessuno. Lei guardava per guardare. E c'era qualcosa di molto triste, non lo dico perché sono cose che si dicono spesso queste delle puttante, soprattutto cinesi e quasi sempre loro malgrado. Perché una cosa è una cinese che ha in animo di suo di essere puttana apre un'attività, come una che sta all'angolo di via Baretti con via orme a torino che al limite non c'è niente di cui immalinconirsi, è come le altre, sì, magari avrà il cappone ma chi più chi meno, ma questa no. Non stiamo parlando di una che alla fine si è rassegnata, stiamo parlando di una che è, ad ogni evidenza, imprigionata. E io lì davanti a non sapere come toglierle gli occhi di dosso senza liberarla e dimenticarmi di lei e della sua clausura. Che mi immaginavo. Sai quando si dice: Sì sì, fanno pena ma poi gratta gratta stanno meglio di noi. Molto meglio di noi. E si viene a scoprire che è tutta gente ( certo, loro, parlo di loro che sono sempre comunque persone che fanno pena all'inizio ma poi si rivelano gente che gratta gratta sta meglio di noi, come. No so. Gli zingari. Ecco. E i cinesi ovvio. Le puttane cinesi)  Mi chiedevo perché lei si metteva a guardare fuori così, come se avesse nostalgia di un fuori che non trovava più, appena a appena, come se lo sguardo la portasse da un'altra parte e non: sulla strada con le macchine che passavano sotto l'insegna Massaggi rilassanti e le tendine non trasparenti, di quel rosso porpora e i fiori finti con caravelle (sono caravelle, piroghe e quei tipici fiori cinesi che, non fossero di plastica, farebbero odore di morte e cose di quella densità.
Me ne stavo lì, come se dovessi scusarmi con lei, per quella cosa. Per quel suo sporgersi, affacciarsi già così piccolo. Scusarsi con lei per quel essermi accorta di lei così poco.
Siamo vite che se ne vanno subito.









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