Era lo stato delle cose che pesava, da un'altra parte. L'essere più sottile non se ne andava via ma spingeva, per essere lasciato, per conto suo. Ti dispiace se stasera non mi vesto da festa? ti dispiace se stasera non canto come l'usignolo il trillo dei tuoi carezzini dietro l'orecchio?
Non prendere tutto male. Prendi tutto così male. Ti sollevi solo per piegarti in giù, per dire cose molto serie con il dito che sale e punta. Un dito puntuto ti viene, a volte. Il dito d'una sapienza d'altri tempi. il dito di un nonno dei tuoi tantissimi. Prendi per esempio me. Non credo. Prendo un posto ma non è mai quello. Comincio ma non finisco. Cado ma non mi rialzo in tempo per dire: Ero qua, non mi vedevi? Tu non mi vedevi. Molti discorsi che si fanno sono pieni di bersagli.
Quando la notte mi sveglio io lo so. Quando mi risveglio la mattina non lo so più. il sole che confonde tutto. Le cose come spugne si bevono la luce. affondano nell'evidenza del creato.
Tu hai certe sentenze. Sentenzi certe verità sull'acqua calda. Sai benissimo che non sta lì.
A me piacciono i cuscini, per esempio. Di notte mi ci arrampico dentro e mi piace così. Amo i miei cuscini scudo che sono sempre troppi e ti fanno la guerra dal di dentro. da dietro. Tu li offendi, con le tue parole stupide contro di loro. Che non ti hanno fatto niente. Cosa vuoi? cosa vuoi da loro?
Non ammetti mai quando esageri. Hai esagerato. Quando? con i cuscini. Hai esagerato con le minacce a loro. Poi pretendi. Pretendi di far tornare tutto piatto e pettinato, tutto liscio e morbido come dovrebbe essere. Liscio. E morbido. Non si può. Qui dopo tutto siamo sotto lo stesso tetto.
Quando cammini vai su e giù spiegando e sancendo. Io non chiudo gli occhi e le orecchie e la bocca per offenderti. Se non posso altro, faccio quello che posso. E taccio. Ascolto. Il tuo suegiùare avanti e indietro. e sentenze. Tu sei rarà tu sei tatà tu sei tataratà. Il meglio viene dopo. Quando ti arrendi lasci. Solo dopo possiamo prenderci la mano per entrare insieme, nel lato buono. quando ci vediamo dall'alto, dal lontano, fare stupide cose stretti oltre misura. Per dire. C'è da essere fieri anche di questo alzarsi e sapersi appena, non perduti.
QUI C'È DISORDINE. NON È UN'IMPRESSIONE. È PROPRIO COSì.
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giovedì 30 giugno 2016
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