Gi al telefono dice Lo sai che oggi è un giorno importante. Penso se mi sono dimenticata una data, come quella del nostro fidanzamento o matrimonio civile o qualcosa che abbiamo fatto insieme di memorabile. Ma poi Gi mi dice La Brexit.
CI penso un po' e mi accorgo che non ci avevo pensato, e che la cosa mi innervosisce. Non mi ero resa conto che la cosa mi innervosisse. Infatti poi dico Sai cosa ti dico, a me sti inglesi mi stanno sul cazzo, io quasi quasi, se vincono i no, farei un referendum tra noi per decidere se li vogliamo ancora, nella UE. E mi sento molto europea, come se essere o non essere nella UE fosse una cosa di cui andar fieri, una cosa che si sente come un'identità. Però è così, perché altrimenti perché mi fa arrabbiare? Allora Gi dice Mi sa che vincono i sì. Potrebbero vincere. Allora io dico, E se vincono, che se ne vadano. Ma poi Gi dice, Guarda che se vincono i Sì, poi per andare a Londra ci vuole il passaporto. Sai quanto me ne frega, dico, io a Londra non ci vado proprio. Non mi piace andare a Londra, non ci vado mai. Sì, ma è scomodo, dice Gi, che secondo me pensa alla storia del passaporto, si immagina già alla frontiera che cerca il passaporto e non lo trova. Allora dico, non ti preoccupare, si fa come prima, il prima non è così male, perché prima di solito è quando le cose non erano schifose come adesso, perché il prima era prima, era più indietro rispetto all'entropia, quindi meglio. Quindi, penso, se torniamo ai passaporti, torniamo all'inter-rail, tutte quelle cose lì, che in me si associano anche a storie romantiche di limitamenti in treno e dormite in sacco a pelo sul traghetto ma questo non c'è bisogno di dirlo a Gi. Ma Gi poi dice, si potrebbe fare la guerra di secessione, come hanno fatto gli Stati Uniti con gli stati del sud. Se vincono i no, dice Gi, gli dichiariamo guerra, perché non se ne vadano.
No, gli dico, è come cercare di convincere uno che ti vuole lasciare a non lasciarti riempiendolo di sberle, non è bello e non lo convinci. Ma con gli Stati Uniti ha funzionato, dice Gi. Sì, ma noi non abbiamo un buon esercito, poi cosa ce ne frega a noi degli inglesi scusa, lascia che se ne vadano, dico. Ma non noi, dice Gi, noi tutti, noi tutti quelli che restiamo nella EU, che siamo tanti, siamo (dice un numero bello grande di stati). E facciamo come gli Stati Uniti. Lascia stare gli Stati Uniti, dio io, sono degli psicopatici. E Gi, dalla stiazione, si mette a ridere.
QUI C'È DISORDINE. NON È UN'IMPRESSIONE. È PROPRIO COSì.
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