lunedì 20 giugno 2016

quelli che sanno le cose bene

Io, mi rendo conto, non sopporto più quelli che pensano di sapere le cose bene. Secondo me, uno quando ti dice: Guarda io ho capito come stanno le cose, stanno così e così. Non c'è da fidarsi. Perché, secondo me, la maggiorate di quelli che ti dicono di sapere le cose bene, lo pensano davvero. Ed è quella la cosa più pericolosa che ci sia. Secondo me, quando tante persone che pensano di aver capito tutto e di sapere le cose bene, si mettono insieme, fanno un gruppo, una massa, di persone che pensano di aver capito tutto e di sapere le cose, e questa massa, questo gruppo, si mette a camminare spostando l'aria in un modo, che non è come il venticello fresco, che passa tra le foglie e le fa respirare, è più come un rumore di vento forte, che poi è anche un silenzio, dato che non si sente più niente.
Io, tra le persone, preferisco quelle che non capiscono, o che capiscono qua e là qualcosa, o che hanno delle sensazioni ma non sanno spiegare bene il perché.
Ed è per questa ragione che molto spesso mi sento a disagio, quando mi trovo in mezzo a gente che ha capito molte cose o quasi tutte, perché mi fanno paura e mi anche mi imbarazzano, come durante il carnevale, quando passano i carri, e si vedono sopra degli adulti vestiti da personaggi dei cartoni animati, che non si ricordano più di essere vestiti da cartoni animati, e si comportano come fosse normale, perché loro sono sul carro e c'è una voce che urla delle cose  a volume alto, con una musica  e magari delle trombe che servono anche per convincere quelli intorno che loro sul carro hanno delle buone ragioni per urlare strombazzare ed essere vestiti da cartoni animati. E io, quando mi capita di esserci in mezzo, non riuscendo a convincermene, mi sento proprio fuori posto, e cerco di andarmene il più in fretta possibile, perché, appunto, mi vergogno e mi sento sola.
Questo per dire che c'è qualcosa che ha a che fare col volume al quale le cose si dicono, e con la verità, che se viene espressa troppo categoricamente, a volume troppo alto, con parole troppo semplici, si trasforma in qualcosa di cui non mi fido e che non mi piace, anche se non saprei dire, ben ben, il perché.

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