sabato 29 agosto 2015

alcune domande sulla Luna e altre rivelazioni

E alle quattro mi svegliano, non che io ce l'abbia con i giovani, però urlano in un modo. stanno al bar qui sotto, forse perché usciti da qualche discoteca chissà, e mangiano le brioches e una grida Venite tutti a casa mia, a dormire! - chissà perché sentono questo bisogno di urlarsi una conclusione, che per chi dormiva da qualche ora è un inizio traumatico. Sono sicura che l'ho fatto anch'io. Anch'io devo aver berciato in questo modo in via Galliari, alla fine degli anni ottanta, o dalle parti di via Cesare Correnti, a Milano, certe notti che andavamo in un posto a ballare latino americano nei primi anni novanta. Io non ho niente contro i giovani, ci mancherebbe. Tutti abbiamo un giovane che ci dorme dentro.
Ieri notte per esempio mi sono domandata, guardando la luna, che era piena e in mezzo ai rami di un bosco, se la Terra e la Luna fossero coeve, o se non fosse per caso nata prima la Terra e dopo la Luna si fosse messa a gravitarle attorno, o se la Luna fosse un pezzo di Terra scappato via quando la Terra era ancora molliccia, in un momento che la forza centrifuga, per un attimo, aveva avuto la meglio su quella centripeta. Chissà. Sono domande ancora abbastanza da giovani, perché i vecchi queste cose le sanno bene, o non gli viene più in mente di chiederselo perché ormai, per loro, la Luna, la Terra, sono cose a cui sono abituati e non vale più la pena farcisi delle domande sopra.  E allora penso che alla fine va bene che mi abbiano svegliata, sti giovani con le brioches, che alla fine, anche se sul momento avrei preferito che non ci fossero, o che tornassero più tardi, è come se fossero stati messi lì da qualcuno di molto saggio, per ricordarmi che questo momento della notte, quando la notte, appunto, sta per diventare mattino, si può guardare da diversi punti di vista.

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