mercoledì 12 agosto 2015

perché queste altre piccole note su Dodò, non vadano perdute

Poi basta, per qualche tempo. Non voglio accanirmi nelle note. era solo per tenere a mente alcune cose che probabilmente tra due settimane non saprò più. La sensazione di fragilità sfrontata, quasi esibita. come dire Io sono questo. tutti lo siamo.
Come se la sua grande scoperta, in definitiva, fosse stata proprio questa. Andare in fondo al corpo, uscirne con la coscienza che il corpo è la tua clava, la tua pietra focaia, il tuo cibo. il tuo inizio e la tua fine.
Sembrava che lei, attraverso il corpo (sempre seduto, raramente sollevato per mezzo di una leva breve delle braccia: da uno sgabello a un altro sgabello, e ritorno, come uno scimpanzé)testimoniasse qualcosa. Che lì intorno non c'era altro.
Lei siede per testimoniare quanto sa. 
Non molto.
Poche cose.
Alcune.
Che esiste la schiena. che la schiena è composta di vertebre. 
che le vertebre fanno male. possono far male.
che le ginocchia sono due.
che i muscoli della coscia sinistra sono atrofizzati.
che le mani possono ancora sedurre, se le muovi a ventaglio.
che gli occhi sono chiari, sono ragnatele che attendono ancora un preda.
che gli uomini non sono la cosa migliore che c'è sulla Terra.

Però senza accanimento.
Lei non è di quelle gattare che se ne andrebbero in giro a spander veleno. Assolutamente no. Ha una grazia intrinseca, appresa anche come strumento di sopravvivenza (chi vive per sedurre impara l'arte della seduzione) che la tiene connessa, in ascolto. Dice Più di sedurre mi piace lasciarmi sedurre. essere sedotti è il grande lusso.
In effetti sembra che i suoi occhi vadano in cerca di qualcosa. siano affamati di qualcosa su cui posarsi, da poter amare. da desiderare. ma vagano senza posa, senza trovare niente, nel presente. 
sono costretti a girarsi all'indietro, per ammirare qualcosa. Il tempo presente è un raccolta andato male, una semina perduta dopo una grandinata. Non offre nutrimento.

Lei però non se ne lamenta. Sembra essere arrivata oltre qualcosa, che non menziona mai. che forse non si può menzionare. qualcosa che vedono solo gli asceti, i solitari, coloro che hanno rinunciato alla parte più affamata di sé, e attendono.

mi viene in mente che da qualche parte in India ci sono degli uomini venerati come i morti vivi. persone che si sono mummificate in vita. disidratate lentamente, così lentamente che il passaggio dalla vita alla morte è venuto meno. la porta non si è potuta sentire sbattere. il silenzio ha prevalso.

ecco.
ho pensato che lei, probabilmente si avvicina a questo genere di esseri, silenziosi, il cui percorso è ormai tutto interiore, le cui sorprese sono ormai tutte interiori.






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