sabato 5 settembre 2015

Bocciato

Mino bocciato.
Chiamano ieri in tutte le forme per dire che Mino era bocciato.
Ormai tutte queste cose vengono comunicate come si potrebbe comunicare una malattia.
Con la discrezione che si riserva ai reietti.
Però io, mentre telefonavano, ero in piscina.
succede a volte che mentre il mondo pompa la sua tragedia, tu sia altrove.
così la notizia l'ho avuta in differita, dopo la ottantaduesima vasca.
Ho guadagnato giusto un'oretta sulla nuda e cruda realtà dei fatti.
I fatti sono che Mino è bocciato. Bocciato bocciato bocciato.
Come ci si sente ad avere un figlio bocciato?
Mah, le dirò. 
È la seconda volta.
Mah, le dirò.
Come la vede dalla sua angolazione?
Non so.
Allora? Non si sente un po' in colpa di questo suo non sapere? Qualcosa di male avrà fatto anche lei. Come mamma intendo.
Rifletto sulla bocciatura. Che è come dire Di qui non si passa.

Ci vuole più disciplina. Ci vuole più regolarità. Più scansione. Più paura dell'autorità.
Più più. 
Chissà.


Io non ho nessuno strumento buono a vincere fino in fondo.
Non erediterai da me l'arnese efficiente. Efficace.
Quindi ci vorrà una buona dose di pazienza.
sarebbe come dire: cercare ancora. La strada. Sperare di trovarla. E che sia tua per la passione che ci metti. Una passione, sì. Sarebbe quella la mia soluzione. La mia lezione. 
Ma la passione non si studia, non si inocula, è una cosa che scende, che ti si posa addosso o ti entra in un occhio, come un moscerino.
Sono cose che cadono così, su chi cammina.
Tu, allora, cammina, cos'altro posso dirti?


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