giovedì 3 settembre 2015

la pizia o i beati di coscienza

Ecco poi mi chiedo da dove venga tutta questa rabbia. alcuni giorni mi rendo conto, mi sveglio proprio arrabbiata. O forse non mi sveglio.
Non solo per la morte. Anche per la morte. 
Se non cammino è peggio.
È perché è tutto così brutto che la sola soluzione sarebbe non parlarlarne per il non poterne parlare.
Per l'imperativo categorico che insinua un Cosa ne parli a fare?
Parlarne per parlarne?
È questo il senso, la misura dell'inutile. 
Del farneticare sentimenti impraticabili.
È il sistema che genera non-senso?
È il sistema che si impone talmente, con tale prepotenza e efficacia, che
ci impedisce di trovare altre strade percorribili, 
altre possibilità?
(Davvero, noi viviamo in tempi bui!)
Comunque era solo per dire che non so come fare a smetterla di essere impedita e inetta.
L'inettitudine mi deriva dalla muscolatura bloccata e rigida.
Non so fare niente per cambiare questo stato di cose. Niente può servire.
Cosa posso fare?
Scendo in strada a urlare?
Scavo un buco per terra?
Scrivo una lettera indignata a
Regalo almeno due euro al giorno 
partecipo alla raccolta di fondi per ritrovare i dispersi
e gli altri?
e quelli che non avevano la maschera, le bombole?
dove sono?
quando li cercheremo?
e i campi rom
e quelli che stanno urlando troppo lontano da un iphone?

Niente.


Perché siamo stati messi così fuori uso, siamo stati comprati.
Forse siamo stati comprati, hanno comprato il nostro silenzio, ma anche il nostro rumore di fondo.
Ma chi? Chi ci ha comprati?
Chi sono quelli che ci comprano?
Io non lo so. È tempo che anche questo faccia parte del programma. Che io non sappia
che pochi sappiano, quasi nessuno, forse nessuno.
Ma soprattutto che a nessuno importi più di così. C'è un limite oltre il quale la compassione
intesa come empatia nel dolore, non può andare oltre. 
Secoli fa c'erano le immagini sacre, dipinte sui muri delle chiese, e c'erano i draghi, e c'erano i diavoli.
Adesso, a breve, sentiremo il profumo dei bambini morti, che muoiono, che stanno morendo, in tempo reale, ancora prima che accada, per non perderci il rantolo, l'ultima lacrima, la sbavatura.
Siamo grandi abitudinari della compassione, a tal punto che ormai non è che routine.

All'autogrill dovrebbero vendere dei cilìci. Potrete frustarvi dopo, se lo desiderate, prima, di aver acquistato il nostro menù big cappuccino (tazza da mezzo litro) e big brioche, (brioche due cm più lunga della normale), e big succo (desidera un succo? un gratta e vinci? ) prima di risalire in auto, potrete fustigarvi e/o farvi fustigare, per mondarvi la coscienza da tutta questa opulenza di dolore a chilometro zero.
il mare di dolore nel quale immergerci ed uscirne intatti. pronti per il prossimo panettoncino. 
Tra parentesi il centigradi funziona da dio,l'avessi saputo prima che con trentanove euro ci si risolveva il problema dell'igiene così in profondità.
È con immenso dolore che non dormo la notte a causa della mia sensibilità esagerata, colpita, affondata, da tutte quelle immagini di morti non mie, ma penetrate dentro i miei occhi.
Perdono. Perdono. Perdono.
(sento che a furia di ripeterlo mi sollevo un po', appena appena, impercettibilmente).

siamo beati di coscienza.

Comunque mi rendo conto, non dico niente di innovativo. sono molti anni, secoli oserei dire, che non dico niente di innovativo. 







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