Primo: Cul de sac, Polansky.
Mi è piaciuto perché è bellissimo, scritto molto bene e, secondo me, molto ben girato. È un film che tutti dovrebbero vedere almeno un paio di volte ma anche di più, e pensarci su molto bene prima di scrivere un film o girarlo. Sempre secondo me.
La regola del gioco, Renoir bello veramente.Non solo la scena della caccia. Tutto.
Visto qualche settimana fa, anche questo consigliato non solo a quelli di Chieri che se lo possono trovare in biblioteca come ho fatto io, ma anche a quelli che vivono in altre città come Torino, Napoli, Palermo. Insomma, tutte.
Tra i film che si vedono al cinema direi Taxi Teheran di Panahi, bel film, anche a suo modo geniale e rivoluzionario, per come è costruito e per il fatto che è forse uno dei pochi film che fanno un discorso politico non sornione, senza compiacimenti né seghine mentali (come fanno i film italiani quasi sempre). Panahi comunque, mi piace anche fisicamente, come uomo, voglio dire, mi fa sangue, quindi non so se questa critica vale non essendo del tutto imparziale.
Per non dare l'idea di essere di quelli che criticano solo i film d'autore, ci metto pure un film, diciamo, di cassetta, che ho visto con Gi due giorni fa. Gi era molto commosso e ha detto: È il primo film che vediamo (da quando stiamo insieme) che finisce bene. Il film si chiama Dove eravamo rimasti ( mi pare), e parla di una rocker anziana (Maryl Streep) repubblicana che abbandona il marito ricco e i tre figli e poi alla fine, grazie al fatto che il suo compagno rocker anche lui e anche lui abbastanza avanti con gli anni, ma non sfatto, si impegna la Gibson per pagare il viaggio per andare tutti (la band) alla festa di matrimonio di uno dei due figli, quello non gay, che però poi anche lui è contento, anche se all'inizio non lo era molto, e lei va al matrimonio tutta vestita di azzurro non essendoci abituata (si vestiva solo di nero coi capelli con le treccioline e i braccialetti e gli anelli) poi nel bel mezzo della cerimonia lei dice che non aveva i soldi per fare il regalo al figlio etero ma che come regalo gli fa questo. e sale sul palco e arrivano tutti gli smandrappati della sua band (che con la Gibson il suo compagno era riuscito a pagare il viaggio anche a loro, ma questo si capisce dopo perché era una sorpresa, e suonano una canzone di Bruce, che all'inizio sembra che a nessuno piaccia, ma poi alla fine si mettono tutti a ballare, anche il padre, il marito, che sulle prime non la cagava perché lei non piaceva alla sua compagna (una che ricordava vagamente Michelle Obama) bella, ma antipatica, anche se poi alla fine si capisce che era buona anche lei perché sorride.
e anche tra lei (Maryl) e la figlia con problematiche suicide e di disistima di sé, dovute in parte al fatto di essere stata lasciata dal marito poco dopo il matrimonio per una postina (cioè una di appartenenza sociale inferiore alla sua) in parte al fatto di essere stata abbandonata dalla madre in giovane età (quindi comunque anche il discorso della ferita narcisistica provocata dalla separazione dei genitori che fanno le scelte ma non tengono conto delle ripercussioni che tali scelte hanno sulla psiche dei propri figli) è anche lei felice, perché balla.
Ballano tutti.
E devo dire che questo film mi è piaciuto, anche se non è proprio il mio genere, perché Maryl canta benissimo, e perché mi ha dato degli spunti per come sistemarmi a livello di acconciatura e di trucco nei prossimi anni.
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