quello che sto
pensando è che la vera corruzione non passi più dal fatto di commettere cose
deprecabili.
Voglio dire, l'idea
per esempio del grande capitalista, con le mani grondanti di sangue, è molto
novecentesca. Secondo me in questo momento la vera corruzione passa per una
dimensione molto normale. Vuota.
Pensavo per esempio
al fatto che dietro tutti i nostri beni di consumo più banali, cellulari,
shampoo, scarpettep per la doccia, ci sono un sacco di persone sfruttate a dei
livelli inimmaginabili, eppure il rapporto tra un'azione e i suoi effetti è
talmente lontana, talmente difficile da mettere in relazione intuitiva, che è
come se non esisitesse più. E anche tutte le altre cose sono così.
In un certo senso
mi sembra che la figura del colpevole non abbia più alcuna caratteristica precisa.
Semplicemente ci
sono persone per le quali le cose sono facili, sono diventate facili mentre per
altre erano sempre più difficili. Anzi, direi: sono diventate facili grazie al
fatto che per altri diventavano semrpe più difficili. Ma tutto questo è come se
accadesse semrpe più senza bisogno di di intervenire.
Le guerre vanno da
sole, la finanza va da sola, la perdita dei diritti è una conseguenza di cose
che viaggiano per inerzia senza che quasi ci si debba mettere mano.
Il problema è
semmai interrompere questa inerzia.
Direi che c'è una
grande mancanza di bellezza. La bellezza manca.
Ecco.
Questi posso avere
tutto , ma la bellezza no.
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